Noa Lang ha risvegliato i forconi di Napoli. Due amichevoli e la sentenza è già arrivata: è un bidone

Crediamo di saperla lunga guardando un calciatore attraverso gli highlights o le statistiche su Transfermarkt. Luis Enrique a proposito di Donnarumma ha detto: «È una decisione difficile. Se fosse facile lo farebbe chiunque». Ecco

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Mg Dimaro 22/07/2025 - amichevole / Napoli-Arezzo / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Noa Lang

Noa Lang ha risvegliato i forconi di Napoli. Due partite e la sentenza è già arrivata: è un bidone

E dunque la sentenza è stata pronunciata: dopo appena due ritiri estivi e qualche sgambata in amichevole, una discreta e rumorosa fetta di Napoli è arrivata alla conclusione: Noa Lang rappresenta il nocciolo dei problemi del Napoli.

Arrivato a metà luglio dal Psv Eindhoven per circa 28 milioni di euro, Lang ha parlato ai tifosi con personalità, forse persino troppa. Durante la conferenza stampa di presentazione a Dimaro, Lang ha detto di sentirsi il tipo di giocatore «per cui i tifosi vengono allo stadio». Apriti cielo. Lang è georgiano e non ce ne eravamo resi conto?

Ecco qual è il peccato originale di Noa Lang: non essere Khvicha Kvaratskhelia. I tifosi si sono accorti subito della differenza. Lang ha debuttato con incertezza nelle amichevoli contro Arezzo e Catanzaro, ed è impossibile non notare i segni della fatica sulla sua faccia a ogni ripiegamento difensivo.

Spesso crediamo di saperla lunga guardando un calciatore attraverso gli highlights o le statistiche su Transfermarkt. Crediamo di poterlo inquadrare così, come se invece di esseri umani fossero avatar di Fifa. Eppure non è così, la realtà ha contorni ben più sfumati.

Oggi è deluso chi pensava che Noa Lang trasportasse i suoi dribbling fiammeggianti dai Paesi Bassi all’Italia senza difficoltà, senza bisogno di un periodo – fisiologico, è bene sottolinearlo – di adattamento. Il mondo del calcio, però, è più complesso di così. Per citare Luis Enrique in merito all’esclusione di Donnarumma dalla rosa del Psg: «È una decisione difficile. Se fosse facile lo farebbe chiunque». Quel «se fosse facile lo farebbe chiunque» andrebbe scritto all’ingresso di ogni stadio di calcio in Europa.

Lang e il peccato di non aver fatto subito Kvaratskhelia

Lang ha 26 anni e ha costruito la sua carriera nel calcio fiammingo: prima il debutto con l’Ajax, poi l’affermazione al Bruges e infine il ritorno in patria al Psv. Pensare che un profilo senza esperienza nei top 5 campionati europei possa sbaragliare le carte è quanto meno pretestuoso. Khvicha Kvaratskhelia è atterrato su una navicella dal lontanissimo pianeta del campionato georgiano, ma non possiamo rifarci a quella esperienza. È stato un caso più unico che raro, un uragano che ha distrutto la Serie A come non si vedeva dai tempi di Kakà al Milan.

Lang deve assorbire una metodologia di allenamento completamente diversa da quella dei Paesi Bassi. Non solo per quanto concerne il lavoro a secco – tanto caro a Conte e ai suoi ritiri infernali – ma anche per il lato della tattica collettiva. Come ha detto ieri Conte, Lang è stato preso «per alcune, specifiche, qualità». E quali sono allora queste qualità, nell’epoca in cui i social hanno già bollato Lang come un bidone? Ha ancora senso parlare di Lang o corriamo il rischio di doverlo già rispedire al Psv?

Napoli ha già i forconi pronti, d’altronde.

Avendo un atteggiamento più razionale, possiamo ricordare la prestazione di Lang contro la Juventus nei play-off di Champions League della scorsa stagione. Sembrava sgusciare via da ogni contrasto juventino come se giocasse in spiaggia. È il suo stile di gioco basato sulla creatività. Lang è sé stesso quando punta l’avversario nell’uno contro uno e deve inventarsi una soluzione per superarlo.

Non ha la pulizia tecnica dei migliori esterni al mondo, ma la sua imprevedibilità può essere una boccata d’ossigeno per la manovra talvolta ingolfata del Napoli.

Nell’ultima stagione al Psv, Lang ha messo insieme 14 gol e 12 assist, risultando uno dei giocatori più decisivi nella vittoria in rimonta dell’Eredivisie.
Per lui il Napoli ha speso una cifra che non può far pensare altrimenti: Lang sarà al centro di questo progetto tecnico, e dalla sua valorizzazione passeranno le prospettive calcistiche del Napoli.

Non possiamo vedere nelle sue difficoltà – che oggi sono atletiche e mentali, e non tecniche – un peccato mortale. Lang non è Kvaratskhelia, non ha le stimmate del predestinato. Qualcuno è ancora in tempo per rendersi conto che il Napoli ha rinforzato la rosa, e bene, senza prendere calciatori che fanno pensare in grande, a eccezione di Kevin De Bruyne. Per la solita frattura tra piazza e club, un segmento di tifosi del Napoli si aspettavano un calciomercato stellare, come se il Napoli fosse diventato d’un tratto il Manchester City o il Real Madrid. Concedeteci un po’ di livore: tifano e non capiscono neanche cosa.

Il Napoli doveva irrobustire la panchina per rivelarsi ancora competitivo per lo scudetto. E lo ha fatto. Doveva aggiungere un esterno di qualità, e ha preso Noa Lang. Mentre la piazza si infervora parlando di confusione, il Napoli sembra andare per un’altra strada. Come spesso accade per altro. Lo ha detto persino Conte, ma a molti non va giù. Lang va aspettato, il titolare a sinistra alla lunga sarà lui. Perché il Napoli ha fatto un investimento significativo, sperando che i 28 milioni di oggi possano diventare 70 domani. Non c’è nessuna vergogna ad ammetterlo.

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