Il nuovo “lavoro” di Lugano: raccogliere i bicchieri di plastica e intascare la cauzione di 2 euro. Li chiamano accattoni

Il Corriere del Ticino si indigna contro i “raccoglitori seriali”: guadagnano fino a 200 euro a notte. Sono considerati molesti, oltre che evasori fiscali

Coronavirus aperitivo bicchiere plastica

Il nuovo sport di Lugano: andare a caccia di bicchieri di plastica post-consumazione e dimenticati (foto Daniele Buffa/Image)

A Lugano Marittima, in Svizzera, li chiamano “accattoni”, almeno così fa il Corriere del Ticino. Sono i professionisti della cauzione del bicchiere di plastica che raccolgono i quelli utilizzati e non restituiti dopo la consumazione nei baretti del luogo. Funziona così: per ogni consumazione si paga una cauzione di 2 franchi per ogni bicchiere di plastica e 10 per ogni tagliere. Al cambio un franco svizzero vale 1,07 euro. Vale a dire che questi “operatori ecologici del terzo millennio” per ogni gita a Lugano Marittima possono guadagnare anche 100-200 euro a sera. E questa cosa in riva al Ticino evidentemente non è stata presa bene.

Il meccanismo della cauzione a Lugano Marittima: un’opportunità inaspettata

Il reportage è del Corriere del Ticino 

Dal 2020, in base a un’ordinanza municipale sulla gestione dei rifiuti, a Lugano Marittima è vietata la vendita di bicchieri in vetro, Pet o alluminio. I baretti del luogo prestano quindi ai clienti bicchieri e taglieri, trattenendo una cauzione: 2 franchi per ogni bicchiere e 10 per ogni tagliere. Questa cauzione viene poi restituita al momento della riconsegna.

È qui che entrano in gioco i “raccoglitori”: individui, a volte minorenni, a volte adulti, spesso provenienti da fuori città o addirittura dall’estero, che recuperano i bicchieri non restituiti dopo la consumazione. Convertendo i franchi svizzeri in euro (con un tasso di cambio di circa 1 CHF = 1,07 EUR), una serata a Lugano Marittima può fruttare a questi “operatori ecologici del terzo millennio” un guadagno lecito che va dai 100 ai 200 euro.

Che si tratti di una pratica impropria è fuori di discussione – prosegue il Corriere del Ticino -. L’accattonaggio è vietato in Ticino dalla legge sull’ordine pubblico e di recente la Città di Lugano ha confermato una recrudescenza del fenomeno, avvertito come «molesto» da molti cittadini. A Lugano Marittima il mercato vale in potenza decine di migliaia di franchi, se si considera la media di afflusso dell’ultima edizione (2mila persone al giorno, con più consumazioni a testa) e non stupisce che attiri diversi «intraprendenti». Gli esercenti riferiscono di singoli accattoni che «si presentano con 50-100 bicchieri per volta» più volte a serata. Moltiplicato per due franchi, è un bel flusso di denaro che esce dal sistema di cassa, naturalmente senza venire poi dichiarato.  

Un “problema” che infastidisce gli esercenti

Nonostante la legalità dell’attività, il fenomeno non è ben visto in riva al Ticino. Come riportato dal Corriere del Ticino, i raccoglitori sono soggetti non autorizzati e non identificati, ma “noti e ben riconoscibili“. Gli esercenti lamentano un aumento significativo dell’accattonaggio legato ai resi, tanto da considerarlo uno “spettacolo increscioso“.

Le principali critiche mosse dagli esercenti sono:

  • Insistenza e disturbo alla clientela: molti avventori si sentono infastiditi dalle continue richieste.
  • Perdita di introiti: gli esercenti perdono le cauzioni non riscosse dai clienti che invece finiscono nelle tasche dei raccoglitori. Alcuni esercenti riportano di vedere singoli individui presentarsi con 50-100 bicchieri alla volta.
  • Furti di bicchieri: in alcuni casi, sono stati segnalati veri e propri furti di bicchieri direttamente ai danni dei clienti.

Il dibattito sui social: è accattonaggio o intraprendenza?

La questione ha scatenato un vivace dibattito sui social media, con opinioni contrastanti.

Victoria Maria Navarro su Facebook si schiera a favore dei raccoglitori, sostenendo che “non rubano, non fanno del male a nessuno, ma si arrangiano come possono”. Critica chi vede la pratica come “guadagno in nero”, paragonandola, in modo provocatorio, a chi “lava i soldi sporchi costruendo palazzi”.

Umberto Federico ironizza sulla situazione, definendola “i problemi della Svizzera: l’evasione fiscale dei raccattatori di bicchieri”. Ammette di averlo fatto lui stesso in passato e non vede perché gli esercenti dovrebbero trattenere i soldi del deposito se i bicchieri vengono comunque riconsegnati. Sottolinea come l’articolo del Corriere del Ticino “racconti un fenomeno urbano minore come problema di ordine pubblico, senza proporre alternative sistemiche, né una reale comprensione dei meccanismi sociali sottostanti”.

 

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