Il Napoli di De Laurentiis alla prova dell’ultimo tabù: vincere da favorito e col consenso unanime della tifoseria
I due scudetti sono arrivati in pieno conflitto: dal movimento A16 anti De Laurentiis, alle critiche (oggi dimenticate) per il presunto non gioco di Conte. Ora invece è tutto un idillio

Napoli supporters celebrate their fourth Serie A title while watching the Italian Serie A football match between Napoli and Cagliari on a big screen at Piazza del Plebiscito in Naples on May 23, 2025. (Photo by Alberto PIZZOLI / AFP)
Il Napoli di De Laurentiis alla prova dell’ultimo tabù: vincere da favorito e col consenso unanime della tifoseria
Il Napoli veleggia con il vento in poppa. Sembra di rivivere l’estate del 1987. Quando si credeva esistessero i paesi felici. Il popolame azzurro gongola per una campagna di rafforzamento che al momento ha riservato più gioie che dolori. Le nuove maglie, feticci irrinunciabili, hanno fatto innamorare, tifosi, influencer e stilisti. L’unica seccatura riguarda la cessione di Osimhen, che come un bravo dipendente pubblico, onde evitare un turno scomodo o semplicemente perché in rotta con il proprio dirigente, ha pensato bene di mandare un certificato di malattia. Ogni mondo è paese. E il nigeriano si è adattato benissimo, ma fa già ridere cosi. Il Napoli insomma si prepara a vivere una stagione nella quale parte con tutti i favori del pronostico dalla propria parte. Nulla sembra ripercorrere la discesa agli inferi che è stata la stagione 23-24.
Certo primeggiare a luglio non è mai una buona notizia. Il generale Conte dal comando centrale sta indicando, orientando e conducendo tutte le trattive di mercato. Da vero direttore generale dell’area sportiva. Per tutto il resto c’è Tommaso Bianchini che, sotto traccia, negli aspetti non calcistici, sta consolidando il Napoli ai massimi livelli. Nel periodo “buio” attraversato tra marzo e aprile, quando l’approdo alla Juve era cosa fatta, Antonio Conte si augurò un giorno di poter partire finalmente favorito. Di non dover sempre per forza di cose ad edificare tutto dalle fondamenta. Di non partire sempre da “underdog“. Di non essere sempre costretto a inseguire. Nella bibliografia del tecnico leccese vi è anche la famosa frase del “ristorante da 100 euro”. Adesso, con l’arrivo ufficiale di Marianucci, De Bruyne, Lang e Lucca e Beukema e con altri arrivi già programmati, Conte si troverà a ottenere ciò che ha sempre desiderato: essere il favorito. Il che non sempre sempre è un bene, soprattutto in Italia.
Conte, che nella scorsa stagione, ha giustamente giocato a nascondino fino al pari di Philip Billing contro l’Inter, quest’anno riuscirà a raccogliere rabbia ed insoddisfazione, facendoli diventare propellente necessario per motivare i calciatori? Questa campagna acquisti in pompa magna, condizione necessaria alla sua permanenza, sarà una sfida soprattutto per lui, almeno in Italia. In Champions League le cose saranno leggermente più tortuose. Anche se sminuirsi per sorprendere è sempre stata la sua comfort zone. Quella dalla quale ha sempre tirato fuori i risultati più sorprendenti. Certamente stiamo assistendo ad un cambio epocale. Il Napoli, con due anni di ritardo, e Conte, stanno correndo insieme verso dei traguardi che entrambi hanno sempre coltivato (primeggiare), cambiando in maniera radicale la percezione delle altre società e squadre nei confronti del Napoli.
Il Napoli sta diventando più grande della città (ci voleva poco), ma in maniera ecumenica e caritatevole, grazie alla femminea diplomazia familiare, riesce ad inglobare nella propria crescita, anche attraverso le maglie feticcio di cui sopra, la propria tifoseria. Senza lasciare nessuno indietro. Certamente qualche giapponese nel Pacifico avrà sempre modo di lamentarsi del costo di “essere tifosi”, ma sono perdite residuali. Ripetiamo: sostanzialmente il Napoli non lascia indietro nessuno. Sembrano lontanissime le guerre della scorsa stagione (chi non salta juventino è…) dopo l’arrivo di Conte, oggi non c’è un anti Conte nemmeno a pagarlo (fino al prossimo pareggio). Quasi con nostalgia ricordiamo l’estate 2022, quando un’intera tifoseria era pronta a fare la rivoluzione, salvo poi finire ai piedi dei calciatori disprezzati in avvio. Le ultime due stagioni trionfali de Napoli sono nate dal conflitto. Le risalite più impensabili arrivano dal conflitto. Al Napoli e ad Antonio Conte il compito di sovvertire una regola non scritta.