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De Laurentiis venda Osimhen, non ripeta gli errori del passato

Il Napoli ci pensi bene prima di un eventuale ingaggio virus nello spogliatoio e non dimentichi la vicenda Lukaku

De Laurentiis venda Osimhen, non ripeta gli errori del passato
Napoli's Nigerian forward Victor Osimhen (C) and AC Milan's Danish defender Simon Kjaer go for a header during the UEFA Champions League quarter-finals second leg football match between SSC Napoli and AC Milan on April 18, 2023 at the Diego-Maradona stadium in Naples. (Photo by Andreas SOLARO / AFP)

Il Napoli ha necessità di vendere Victor Osimhen. Anche se non lo sa. Non per ripianare passivi di bilancio inesistenti, bensì per pianificare meglio il proprio futuro. De Laurentiis impari dal pregresso. Come ampiamente dimostrato dai deflagranti fallimenti dei senatori giubilati nell’estate 2022, dalle cui cessioni si è ottenuto molto meno di quanto ipotizzato in tempi non sospetti. Chiedere cifre iperboliche, per un calciatore che in tre anni a Napoli ha sempre patito infortuni e sfortune, è lunare.

Victor Osimhen è da cedere senza alcun ripensamento.

L’esplosione della bolla araba nel calcio fa guardare tutti verso il medio oriente. Finanche dal fresco Canada qualcuno guarda a Riyad.

Le stagioni di Osimhen, che hanno preceduto lo scudetto, hanno avuto la forma della nevrastenia e dell’irascibilità, finendo tutto sommato nell’oblio.

Gol importanti, ma intermittenti. Poi la paternità, Spalletti che tocca le giuste corde ed una raggiunta maturità hanno consentito al Napoli di godere del miglior centravanti del campionato. Ma se poi guardiamo da un ulteriore angolo visuale (diverso da quello degli altri), i calciatori provenienti dal campionato italiano, emigrati verso tornei maggiormente performanti, in Italia celebrati e idolatrati come fuoriclasse veri, non è che abbiano fatto questi sfracelli.

Basta ricordare Romelu Lukaku campione d’Italia e capocannoniere con i nerazzurri, pagato dal Chelsea 115 milioni di euro appena due anni fa, costretto a fare il percorso inverso dopo appena dieci mesi. Tempo sufficiente per vedere ridotta del 66% la propria capacità realizzativa in Premier.

L’unica cosa che gioca dalla parte del Napoli sono i mal di pancia di Mbappè. L’Inghilterra non impazzisce per Osimhen. O meglio non è una priorità. È uno dei tanti.

Laddove non dovesse occorrere nel breve termine una cessione è necessario nel rinnovo l’inserimento di una clausola dal valore realistico. Legarsi al nigeriano sino al 2027, accordandogli un ingaggio virus per lo spogliatoio, senza fissare un prezzo sarebbe suicida.

Aurelio De Laurentiis ha tantissimi pregi, ma non certo quello di fissare prezzi credibili per i suoi giocatori maggiormente rappresentativi. Benedetta sia la clausola di 90 milioni di euro di Higuain, che avrà sempre un posto speciale nel nostro cuore. Monumentali i procuratori di Min Jae. I coreani, in generale, per cultura e retaggio nelle trattative ed in generale nello sport sono venti volte più scafati di Aurelio De Laurentiis. Byron Moreno sicuramente vi ricorda qualcosa. La storia del pugile Nino Benvenuti a Seoul, certamente no.

La clausola nel rinnovo del contratto di Victor Osimhen sarebbe una salvaguardia. De Laurentiis ha la tendenza al “paltò di Napoleone”. Non dimentichiamo che fu lo stesso presidente ad evidenziare le problematiche, circa le modalità di svolgimento della Coppa d’Africa e sull’opportunità di tesserare i giocatori africani. Quindi se dovesse palesarsi una trattativa concreta, la colga al volo. In caso contrario si potrà sopperire alla temporanea assenza di Victor Osimhen, Franck Anguissa e speriamo a nessun altro, ma il problema per le società che pagano profumati ingaggi resta.

Seguendo i loop emozionali del presidente, fatti di alti e bassi, sembra di essere entrati nello stesso emisfero di quando ingaggiò Gattuso, rinunciò ad Ibrahimovic ed arrivò settimo in campionato. Ma forse è solo un’impressione.

Garcia di tutto questo che dice? “Non suono per non disturbare, grazie”.

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