"La scorsa stagione siamo arrivati decimi": tutti sulla stessa barca, anche lui che non c'era
Ni Napoli 26/06/2024 - presentazione nuovo allenatore Napoli / foto Nicola Ianuale/Image Sport
nella foto: Antonio Conte
Conte, finalmente un vero comandante
Alla fine è arrivato. Non un allenatore. Un manager. Non un gestore (ma cos’è un gestore?). Un comandante, quello vero. Non un venditore di fumo, e ne sono passati tanti. Non sembra nemmeno sia venuto a pettinare le bambole. Non si iscrive a nessun partito “giochista”, “resultadista” certamente non è nomenclato tra i culisti. Categoria inventata dalle generazioni a digiuno di vita vera. L’incoronazione di Antonio I° delle Terre di Otranto sembra, almeno all’inizio per le luci ed i problemi al microfono, più un un matrimonio del castello delle cerimonie. Almeno una parte degli astanti ricordava quelle estrazioni. L’altra parte invece rappresentava le istituzioni regionali e cittadine. Sintesi socioculturale del tessuto connettivo di città e provincia. Tendente al rasoterra. Ma tant’è.
Il punto saliente della presentazione fiume del nuovo tecnico è la stilettata nemmeno tanto leggera che ha dato alla società ed alla città: la gestione della vittoria. Conte porta tutti dalla sua parte quando rende al plurale il decimo posto della scorsa stagione. Certamente la sua ombra aleggiava da ottobre. “La scorsa stagione siamo arrivati decimi” serve a creare empatia e identificazione non solo con la tifoseria (laterale), ma certamente riporterà la squadra tutta alla stessa pagina, dopo un anno di furibonde liti di spogliatoio, di figuracce in Italia ed Europa, dopo un anno di gestione irrituale e fallimentare. Certamente il nuovo manager dovrà lavorare e tanto per riportare il Napoli nelle posizioni che ha sempre occupato negli ultimi anni. Non sarà una rivoluzione senza spargimenti di sangue. Qualche icona del giochismo passato sarà improvvisamente fuori moda. La speranza è che abbia ragione uno dei simboli del calcio italiano. Così Gigi Buffon a caldo sull’arrivo di Conte al Napoli:” Dovesse andar male, il Napoli con Conte arriva secondo”.
Conte e la gestione della vittoria
Gestione della vittoria dicevamo. È quella che è mancata. È quella di una società (De Laurentiis ha ribadito la distanza storica del suo Napoli dal precedente) che non aveva mai vinto nulla di particolarmente faticoso prima dello scudetto, e che ha pensato che autogestendo la vittoria con insipienza e tanta boria potesse bastare a confermarsi. I tifosi sono stati come animali da cortile: felici del padrone se dà loro da mangiare, scontenti a prescindere senza lo scudetto. Ma tutto è possibile quando il gregge è disponibile a dar credito agli incantatori di serpenti, ai truffatori, ai mullah dello sfascismo. Insomma coloro che spacciano percorsi complessi, come facili o addirittura veloci. Ma del resto Napoli città non ha un’opinione pubblica, figuriamoci un tifoseria senziente.
Sta iniziando un viaggio bellissimo (beeeeee grazieeee presidenteeeee grazieeeee presidenteeeeee beeeee). Potrebbe essere il modo di traghettare il Napoli in una nuova dimensione e verso nuovi orizzonti. De Laurentiis ha evidenziato l’avanzare dell’età. Anche lui, sic! Non c’è mai stata una guerra contro di lui, ma per la piazza becera, di cui sopra, cresciuta a “chi mi dà il pane mi viene padre” scambia la critica o la verità per attacchi infamanti.
di Giuseppe Manzo - Riflettere per non sbagliare. Osservare ciò che succede in un mercato in veloce cambiamento ed evoluzione. Il Napoli può consentirsi di aspettare
La variante è che nel calcio a mettere il muso è il traditore (diciamo). È una scena che si ripete sempre allo stesso modo, finché il nuovo suocero (ora tocca Marotta) non mette mani al portafogli
di Sergio Sciarelli - Il commento del professor Sciarelli. Sta a un allenatore bravo Conte gestire la rosa ampia, con giocatori ancor più di primo piano, preservando l’equilibrio dello spogliatoio
di Massimiliano Gallo - Dal Corsport. Stanno cucendo addosso al Napoli l'abito di super favorito. Ma le squadre devono trovare i propri equilibri, altrimenti sono dolori. E l'idillio con la piazza è figlio dello scudetto, fu sommerso di critiche lo scorso anno
Ha ragione Sacchi. Complimenti al club che ha irrobustito notevolmente la rosa ma, a parte De Bruyne, non sono arrivati fuoriclasse. Sognare aiuta a vivere meglio, basta esserne consapevoli
di Giuseppe Manzo - È di nuovo sul mercato, per la terza volta, eppure per la terza volta potrebbe risultare l'uomo in più, quello che garantisce variazioni tattiche inizialmente non previste
di Guido Trombetti - Sembra il bis di Garnacho. Manna è bravo, De Bruyne è lì a dimostrarlo, ma a volte si fa invischiare in una melassa di offerte e controfferte che non portano a nulla
di Salvatore Napolitano - L'asse D'Alema-Berlusconi garantì l'età dell'oro a Juve, Milan e Inter. Fatturavano più di Bayern e Real Madrid. Ma il mercato ha le sue leggi e l'estero ci ha surclassati tra stadio, sponsor e merchandising
di Massimiliano Gallo - La Figc lo ha detto alla Camera ma nessuno se l'è filata. L'Italia ha solo due stadi idonei. E se il Napoli non vuole rimanere a Fuorigrotta, chi mai finanzierebbe il progetto di ristrutturazione?
di Alfonso Fasano - Conte è cambiato non solo in campo. Il Napoli ha cercato e trovato (rapidamente) under 26 solidi, forti, con cui migliorare e completare una rosa vincente. Tranne De Bruyne, sono finiti gli investimenti sugli anziani