Ziliani sui cori razzisti: l’indicazione tacita della Serie A agli arbitri è di far finta di niente

Sul Fatto. Se non lo fai, vai a casa, come successe a Gavillucci. Sembra che la Lega voglia vincere il premio "Viva il razzismo negli stadi"

ziliani su cori razzisti

Mg Genova 23/08/2021 - campionato di calcio serie A / Sampdoria-Milan / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Mike Peterson Maignan

Sul Fatto Quotidiano, Paolo Ziliani stigmatizza l’immobilismo della Lega Serie A nel combattere il razzismo negli stadi.

“Colpisce in Italia la totale indifferenza con cui il Palazzo del Pallone si pone di fronte ai nuovi, gravi, vergognosi episodi di razzismo che puntualmente hanno ripreso a connotare le partite della nostra Serie A”.

Un comportamento giustificabile solo nel caso in cui

“il calcio italiano miri ad essere insignito del riconoscimento “Paese protettore del razzismo negli stadi””.

Ci sono stati gli ululati dei tifosi della Lazio verso Kessie e Bakayoko, quelli degli juventini verso Maignan, i cori contro i napoletani durante Udinese-Napoli, con “buu di scherno verso Koulibaly, Osimhen e Anguissa”.

“Risultato? Solo dopo la denuncia del Milan la Procura Federale ha sentito il dovere di attivarsi; un po’ scocciata però, perché dormiva”.

Eppure la Figc invia negli stadi, per ogni partita, i suoi ispettori, che dovrebbero segnalare tali comportamenti e attivarsi per farli cessare. E anche l’arbitro ha il dovere di interrompere la partita avvisando che in caso di reiterazione il match verrà sospeso. Ma solo in un caso l’arbitro lo ha fatto, proprio con il Napoli, ed è stato allontanato.

“In realtà, il solo arbitro che interruppe una partita, Sampdoria-Napoli, per i cori razzisti dello stadio verso Koulibaly si chiama Gavillucci: che a fine stagione si trovò estromesso dai quadri arbitrali perché la vera direttiva, non scritta ma tacitamente e chiaramente indicata, è quella di far finta di niente e di portare a termine la partita costi quel che costi. Se non lo fai, vai a casa. E insomma, questo è il nostro calcio, questa è la nostra giustizia sportiva”.

 

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