Ponte Morandi, l’ex Aspi Donferri respinge le accuse: «Il Ministero sapeva che i cavi erano corrosi»
Sul Corriere della Sera la difesa del manager davanti ai pm: «Mai chiesto a Spea di correggere i voti sui ponti»

Sul Corriere della Sera l’esito dell’interrogatorio di Michele Donferri Mitelli, ex responsabile della manutenzione per Autostrade per l’Italia. Finito ai domiciliari insieme a Giovanni Castellucci, l’ex amministratore delegato della società.
Donferri ha scaricato parte della responsabilità delle mancate decisioni sui pannelli fonoassorbenti oggetto dell’inchiesta sul Ministero delle Infrastrutture. Ha dichiarato che gli ispettori del dicastero erano a conoscenza delle criticità.
«Era stato informato del progetto di retrofitting delle piastre. E poi sono previste delle ispezioni, non saprei se si sono svolte…».
Non solo. Donferri ha negato di aver mai parlato con Spea, l’azienda che per Autostrade curava la manutenzione della rete. Il suo legale, Giorgio Perroni, spiega:
«Il mio cliente non ha mai interloquito sui voti di Spea, in quanto non competevano a lui i riscontri delle ispezioni legate al monitoraggio».
Eppure, ha fatto notare la gip, ci sono intercettazioni che dimostrano che Donferri aveva chiesto alla Spea di cambiare i voti sui viadotti, di abbassarli, in modo da non evidenziare la necessità di interventi. Anche per questo il legale ha una spiegazione.
«È stato interpretato male il testo, come emerge dalla lettura della registrazione nella sua interezza. Donferri evidenziava che Spea doveva attribuire i voti correttamente e in linea con il manuale di Sorveglianza della stessa società. Voleva dire, ragazzi, li dovete cambiare perché non rispettano il catalogo di Spea».
Gli inquirenti gli hanno chiesto conto anche dei messaggi Whatsapp scambiati con Paolo Berti, nei quali Donferri scriveva chiaramente che i cavi del ponte Morandi erano corrosi. Il ministero lo sapeva già, dichiara l’avvocato.
«Che i cavi fossero in parte corrosi si sapeva da tempo, visto che c’era un progetto già approvato dal ministero».
E infine, scrive il quotidiano, l’avvocato trova anche il tempo e il modo per sorridere. A Donferri è stato contestata un’intercettazione in cui si mostrava preoccupato di un verbale della Polizia stradale per il cedimento di una barriera.
«Prima o poi ci scappa la Procura… eppure l’abbiamo raddrizzata…», diceva.
Per la gip, scrive il quotidiano, Donferri era riuscito a «raddrizzare» la questione. Il legale risponde:
«Ma no, aveva raddrizzato la barriera».