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James Senese: “Insegnai a Pino Daniele dov’era la musica, per me era un figlio o un fratello»

A Repubblica: «Nei suoi testi c’era tutta la sofferenza che aveva provato nella sua infanzia. Voleva creare il supergruppo napoletano»

James Senese: “Insegnai a Pino Daniele dov’era la musica, per me era un figlio o un fratello»

Repubblica intervista James Senese che con Pino Daniele (ieri 5 anni dalla sua morte) ha diviso una parte di vita e tanti palcoscenici.

Senese racconta i tempi del loro incontro, quando fu lui a comprare a Pino il basso per far parte della band Napoli Centrale.

Pino era ancora solo un rockettaro, gli insegnai io dov’era la musica, gli feci ascoltare Miles Davis, Wayne Shorter, ampliò il bagaglio.

E indica cosa fu a rendere Pino Daniele grande.

«La poesia, le parole che scriveva nei suoi testi e che erano nel suo dna. C’era tutta la sofferenza che aveva provato nella sua infanzia e che poi è riuscito a raccontare, com’è successo a me, facendola fluire nella nostra cultura e nel nostro linguaggio. Capirono tutti: al concerto in piazza del Plebiscito nel settembre dell’81 vennero in 200 mila, ci colse di sorpresa».

L’idea del supergruppo.

Ci fu un momento nel quale Pino voleva fare il Supergruppo, far diventare stabile l’esperienza del Neapolitan Power, ma non gli fu possibile.

Il suo rapporto con Pino.

Tra me e Pino c’era poi qualcosa di speciale, non solo la stima che ci legava, per me Pino era davvero come un fratello, o un figlio.

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