De Laurentiis: «Nel 2015 un tavolo con i tifosi per una forma di compartecipazione. Gabbiadini? È un bergamasco, serio e con senso dell’etica»
Aurelio De Laurentiis è intervenuto a Radio Kiss Kiss Napoli. Una breve intervista in cui non ha detto nulla di particolarmente interessante, nulla del rapporto con Benitez. Ha ribadito la dedica della SuperCoppa a Ciro, «ragazzo che si è sacrificato per l’amore del Napoli». Ha ricordato come dieci anni fa parlò di due programmi quinquennali: […]

Aurelio De Laurentiis
Aurelio De Laurentiis è intervenuto a Radio Kiss Kiss Napoli. Una breve intervista in cui non ha detto nulla di particolarmente interessante, nulla del rapporto con Benitez. Ha ribadito la dedica della SuperCoppa a Ciro, «ragazzo che si è sacrificato per l’amore del Napoli». Ha ricordato come dieci anni fa parlò di due programmi quinquennali: «il primo, in cui avremmo dovuto riconquistare la serie A; il secondo in cui ci saremmo potuti divertire. E così è stato. All’epoca cercavo il Napoli nel ranking mondiale e non lo trovavo. Dopo due anni di serie A finalmente lo trovai, al 514esimo posto. Oggi siamo nei primi trenta».
«È stato compiuto un lavoro encomiabile, al di là di questo fantomatico scudetto che prima o poi riusciremo a vinceremo. Ci organizzeremo con i tifosi, metteremo a punto un sistema che ci consenta di competere con squadre che hanno budget superiori ai nostri. Non dimentichiamo che siamo ripartiti da zero, non ho ereditato nulla. Napoli non è una città facile».
Scivola sul Napoli come occasione di riscatto, parla di promesse da marinaio (il riferimento sembra a de Magistris) anche se aggiunge che il problema riguarda tutta l’Italia, non solo Napoli e la Campania.
Per il 2015, De Laurentiis promette l’apertura di quello che potremmo definire un tavolo di concertazione con i tifosi: «Si scelgano trenta rappresentanti. Ci sediamo attorno a un tavolo per trovare modalità per creare quel balance per essere competitivi con Juventus, Inter e Milan. A prescindere dalla presenza o meno in Champions. Ovviamente non parlo di scelte tecniche che spettano a chi è preposto a quel ruolo».
Elogia l’essere bergamasco di Gabbiadini: «Conosco bene Bergamo, ho fatto lì sei film. Sono persone forti, hanno un senso incredibile dell’etica. Tra Natale e l’Epifania, o in anticipo sul Carnevale, qualche altra operazione si dovrebbe fare».
Infine, ci ha tenuto a precisare di non aver scelto lui Doha: «Avrei voluto giocare la SuperCoppa andata e ritorno a Torino e a Napoli».