Mazzarri abolisce il turnover totale

NEL day after sono spuntati ufficialmente dei dubbi. «Valuterò nelle prossime partite che cosa fare: volta per volta». Ma la bocciatura del turnover totale è già stata decisa, in maniera definitiva, dopo la figuraccia al Philips Stadion. Walter Mazzarri non affronterà con il Napoli-due le prossime partite di Europa League, perché nonostante tutto il passaggio […]

NEL day after sono spuntati ufficialmente dei dubbi. «Valuterò nelle prossime partite che cosa fare: volta per volta». Ma la bocciatura del turnover totale è già stata decisa, in maniera definitiva, dopo la figuraccia al Philips Stadion. Walter Mazzarri non affronterà con il Napoli-due le prossime partite di Europa League, perché nonostante tutto il passaggio del turno resta un obiettivo da raggiungere. «Non siamo fuori: possiamo fare ancora bene in Coppa. Abbiamo ottenuto finora un successo e una sconfitta. Sbaglia chi dice che il nostro cammino è compromesso », ha tirato le somme l’allenatore, senza peraltro esagerare con l’autocritica. «Durante il mercato abbiamo fatto la scelta precisa di avere 22 giocatori; due per ogni ruolo. Dirà il tempo se è stata la mossa giusta. Ci vorrebbe più equilibrio, però: prima mi accusavano di fare giocare sempre gli stessi, adesso di cambiare troppo ». In effetti è mancata proprio una via di mezzo. Ed è quella che dovrà essere cercata, ora. Ma intanto c’è una certezza: la favola del Napoli-due è finita, spazzata via da un ko troppo pesante per essere ignorato. Mazzarri, formalmente, ha continuato a difendere le sue scelte. «Rimango dell’idea che non possano andare in campo sempre gli stessi, quando si deve giocare ogni tre giorni». Anche l’allenatore, però, si è reso conto che è un errore altrettanto grave esagerare nella direzione inversa: spacciando per turnover una vera e propria rivoluzione. Tre o quattro titolari a riposo possono essere sostituiti consentendo alla squadra di mantenere un accettabile grado di competitività. Altra storia è mandare allo sbaraglio, tutte insieme, le seconde linee. Può andar bene contro un avversario morbido come l’Aik. Non in casa di una grande società come il Psv, che avrebbe dovuto essere affrontato con più rispetto: come l’Europa League, nonostante sia un obiettivo secondario. La scelta di fondo, ribadita da Mazzarri al ritorno dall’Olanda («La priorità è per la classifica»), non cambierà di una virgola. Ma il 25 ottobre in Ucraina, contro il Dnipro, andrà in campo una squadra molto vicina a quella titolare: per non rinunciare in anticipo alla lotta per la qualificazione. I rincalzi non possono sperare di farcela, da soli. L’allenatore non ha bocciato tutti: «Mesto è stato molto bravo ed El Kaddouri tra i migliori…». Giudizi generosi e di facciata. Contro l’Udinese per i reduci di Eindhoven è previsto in blocco il ritorno in panchina. Chance (immeritate) soltanto per uno tra Fernandez e Aronica, in ballottaggio per la squalifica di Cannavaro. Il posticipo di domenica sera (attesi 45 mila tifosi) è troppo importante per correre rischi. Tornerà in tribuna De Laurentiis, intercettato ieri a Catania (voci su Gomez). Il presidente non se l’è presa troppo. Guai a fallire in campionato, però, dopo avere sacrificato l’Europa

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