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Schwazer e company, quanto ci piace maramaldeggiare

Schwazer e company, quanto ci piace maramaldeggiare
archivio Image / Sport / Alex Schwazer / foto Imago/Image

Preparati, Alex. Nulla ti sarà risparmiato. Non c’è gioco che appassiona di più gli italiani del tiro al campione che cade. Al fuoriclasse che inciampa e finisce con la faccia nel fango.

Hai barato, dicono. Che poi è anche vero, certo. E tu lo hai ammesso con una prontezza, un’immediatezza che non ha precedenti. Hai sbagliato, certo. E pagherai. Ma non pagherai solo perché hai provato a migliorare le tue prestazioni. Anzi, fidati Alex, non pagherai quasi nulla per quello.

Pagherai perché sei forte. Pagherai per quella faccia che arrivava nelle case degli italiani con quella tua parlata che sa di tedesco. Sui social netwotk si sprecano le battute sui tuoi Kinder Pinguì. Pagherai perché “finalmente” crolla il quadretto per bene che tanto infastidiva: te e la tua fidanzata campionessa. E, soprattutto, pagherai perché gli italiani il talento non lo sopportano. A meno che non sia quello di anonimi ragazzi di provincia che si prendono il loro quarto d’ora di notorietà e poi se ne tornano a casa.

Hai sbagliato. Lo hai detto subito. Hai sbagliato e ci hai provato in modo anche ingenuo. Probabilmente senza dire niente a nessuno. Avevi perso fiducia in te e non sapevi come evitare una disfatta che si stava rapidamente e inesorabilmente avvicinando.

Hai sbagliato. E ora paghi. Fiumi d’inchiostro saranno versati. Distruggeranno e infieriranno sul tuo quadretto familiare. Porta pazienza, Alex. Poi si stancheranno. Perché, in fondo, per loro sei stato una sorpresa. Non era te che aspettavano al varco. La loro Olimpiade l’hanno vinta con Federica Pellegrini. In precedenza, hanno ghignato su un certo Alberto Tomba. Per non parlare di un fuoriclasse che andava in bicicletta.

Altrove, come in Francia, il talento lo tutelano. Anche se in una finale mondiale improvvisamente rifili una testata che condanna la tua squadra a giocare in dieci e a perdere una partita di calcio già vinta. Un Paese intero si schierò in difesa del suo idolo, senza se e senza ma. In Italia no, il talento è lesa maestà. E quando sbagli, paghi di più.

Massimiliano Gallo (tratto da Linkiesta)

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