Pagelle – Conte come Diogene, cercava l’uomo con una lanterna accesa: l’ha trovato nello spogliatoio del Napoli

Elmas travestito da Lobotka, Neres è il Re Mida del Napule contiano ed emergenziale. McTominay sempre più ovunquista, uno e trino in difesa

Ni Napoli 07/12/2025 - campionato di calcio serie A / Napoli-Juventus / foto Nicola Ianuale/Image Sport nella foto: Eljif Elmas-Amir Rrahmani

Le pagelle di Napoli-Juventus 2-1, a cura di Fabrizio d’Esposito.

MILINKOVIC-SAVIC. All’ultimo respiro, il tiro di Zhegrova zebrato non è certo maligno come quello di Baldanzi una settimana fa all’Olimpico, ma provoca un sussulto collettivo che Zio Vanja stronca e blocca con sicumera slava, come se nulla fosse. Ma la sua partita è soprattutto pedibus calcantibus, sia nell’impostazione sia nei caratteristici lanci lunghi, ben ventitré stasera – 6,5

BEUKEMA. La difesa a tre sta dando un senso ai tanti milioni spesi per Sam l’Olandese, che intigna e poi si rimette in marcia a ritmo continuo. Epperò, soprattutto per i centrali, i dettagli sono questione di vita o di morte e talvolta si dimostra leggero o titubante. Leggero, quando proprio a inizio partita anziché allungare la pelota sulla sua fascia si cimenta in un retropassaggio ad alto rischio per Zio Vanja. Indi l’azione del gol. Inizialmente sono Sam l’Olandese e Mati l’Uruguagio a inseguire il turco teutonico ma lui si ferma ancor prima di arrivare nell’area azzurra – 6

RRAHMANI. Un’altra partita magnifica dopo Roma: per molti versi (si ricordi il gol del mediocre Dallinga) Amir è uno dei simboli degli azzurri tornati veri homines contiani tutti d’un pezzo, feroci e incredibili per dirla col mago guerriero in panca – 7

BUONGIORNO. Gli tocca soprattutto il piccolo lusitano che stasera è davvero pochissima cosa e così il Corazziere Sabaudo fa l’ausiliare offensivo lì a sinistra – 6,5

DI LORENZO. Il Capitano rinato dei Due scudetti al 25’ gira con la cabeza un pallone perfetto di La La Lang e che Di Gregorio devia in corner. Ma ciò che conta e che quando il Napule segna c’è sempre un suo contributo: sul raddoppio di Hojgol è lui che ridà la pelota al Profeta David – 6,5

ELMAS. Stavolta il Macedone del Nord sorprende critica e popolo, come si diceva una volta, travestendosi più che egregiamente da Lobotka. Anzi, l’abbrivio di Elmas ha un piglio autorevole e deciso. Ed è per questo che abbiamo appellato dianzi come mago il rivoluzionario in panca. L’emergenza è diventata un’opportunità d’oro per i sopravvissuti del Napule. E consente di allargare il nostro revisionismo contiano, ex nemico juventino. Da queste parti la sua invenzione, da cittì italiano, di Graziano Pellè centravanti della nazionale era considerata uno dei punti più bassi del contismo. In realtà, ebbe ragione ancora una volta (cucchiaio autolesionista a parte). E la trasfigurazione di Elif Elmas in centrocampista basso, in questa seconda domenica di Avvento, lo conferma – 7

McTOMINAY. Sempre più ovunquista, uno e trino in difesa, nella terra di mezzo e in attacco. Capace di sventare un potenziale gol di McKennie al 31’ e di essere l’azzurro più pericoloso insieme con Hojgol là davanti: due colpi di testa e una punizione. E se Rasmus vichingo gentile avesse bucato quell’assist involontario e succulento del citato McKennie, dietro c’era proprio lui, Scott il Rosso – 7,5

OLIVERA. Detto del casuale gol della Giuventus di Luciano Spalletti (sempre sia ringraziato da parte nostra, fischi o non fischi), la partita di Mati l’Uruguagio è comunque più che positiva: in difesa convince con chiusure decisive di testa e di piede, nell’offesa è soprattutto lui a scendere sul fondo quando La La Lang si accentra – 6,5

SPINAZZOLA dal 69’. Zio Spina in venticinque minuti offre un prezioso apporto offensivo, utile soprattutto a tenere palla – 6,5

NERES. Il Profeta David è diventato il Re Mida del Napule contiano ed emergenziale. Non segna ma tutto quello che tocca guarisce i malati, fa splendere il sole di notte e sposta le montagne. Le sue giocate talvolta sono funamboliche e letali. Dapprima ricama un traversone per il quasi gol di Scott il Rosso, indi pitta un servizio vincente per la prima rete di Hojgol. Ed è suo finanche il cross che causa l’assist inconsapevole di McKennie per Rasmus vichingo gentile. In tutto, i suoi cross son ben tredici, per nulla parenti di quei cross numerosi del Napule stitico di inizio autunno. Unico neo, a voler essere pignoli e ingrati, sono quei passaggi a vuoto di prima per il Capitano – 8

POLITANO dal 79’. Da quando non è più titolare ed entra a partita in corso ha riscoperto la sua originaria inclinazione testarda e solitaria. Risultato: due palle perse. La prima, perdendo un dribbling. La seconda, accentrandosi per un tiro stroncato sul nascere dai bianconeri – 5

HOJLUND. E’ tornato Hojgol, di piede e di testa. Hojgol al quadrato. Sotto rete è stato un portento. Non solo: dopo Scott il Rosso e il Macedone del Nord è l’azzurro che ha percorso più chilometri, ben undici e mezzo. Da citare i suoi micidiali e repentini recuperi difensivi – 8

LANG. C’era una volta il piccolo leader del partito degli scontenti: oggi è un giocatore lucido e sapiente che fatica e costruisce e promuove sovente la fase d’attacco. Di questo passo ci sarà gloria anche per La La Lang – 6,5

VERGARA dall’86’. Lucra un impagabile calcio di punizione nei minuti di recupero – 6

CONTE. Le tenebre della fatal Bologna lo hanno trasformato persino in Diogene Laerzio, il filosofo che in pieno giorno girava con una lanterna accesa per cercare l’uomo. Antonio Conte ha cercato e ha trovato. In un mese esatto, gli azzurri zombi sono diventati uomini incredibili al punto che il rivoluzionario in panca si proclama sbalordito dall’energia che hanno sprigionato. La sensazione è che il contismo abbia ottenuto quello che voleva dopo il suo alzamiento: l’alchimia. Massimino buonanima avrebbe detto: “Ditemi dove gioca alchimia e io lo compro” – 9

ARBITRO LA PENNA. Una volta tanto, un arbitraggio all’inglese decisamente sufficiente – 6

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