È la sera di José Mourinho, fai attenzione. Il Napoli per rispetto nemmeno si presenta in campo e perde 2-0
Il Benfica impartisce una lezione di aggressività e di pressing. Napoli desaparecido, mai mentalmente in partita: ha già fatto la sua scelta? Certo ora rischia seriamente di uscire dalla Champions

Benfica's Portuguese coach Jose Mourinho gestures before the UEFA Champions League league phase day 6 football match between SL Benfica and Napoli at Estadio da Luz in Lisbon on December 10, 2025. (Photo by FILIPE AMORIM / AFP)
È la sera di José Mourinho, fai attenzione. Il Napoli per rispetto nemmeno si presenta in campo e perde 2-0
Poco Napoli. Troppo poco per il miglior Benfica stagionale. Nei fatti, non c’è stata partita. La squadra di Mourinho ha vinto 2-0 e il risultato è lo specchio di quel che ha mostrato il campo. Il Napoli è alla terza sconfitta in Champions, al momento resta nelle 24 (è 23esima), si giocherà tutto il 20 gennaio a Copenaghen (che ha vinto in casa del Villarreal) e poi il 28 al Maradona contro il Chelsea.
È stata la sera di José Mourinho che nella dilagante narrazione contemporanea del calcio è trattato come se fosse un saltimbanco. Da persone che nella loro vita non hanno giocato nemmeno un torneo di quarta categoria di tennis. Non si conosce lo sport, l’agonismo e lo si riduce alla tattica. Così va nel 2025: tocca rassegnarsi, è inutile farsi il fegato amaro. Fatto sta che con una squadra decisamente non all’altezza della storia del Benfica, il caro vecchio e ipersottovalutato Mourinho (a proposito qualche incompetente lo vorrebbe sulla panchina del Real Madrid al posto dell’ex osannato Xabi Alonso) ha impartito una lezione di aggressività e di pressing a Conte e ai suoi. Ha tolto campo e aria al Napoli. Che probabilmente, inconsciamente, hanno fatto la loro scelta. E hanno scelto il campionato. Anche perché, con gli uomini contati, è dura giocare a tutta ogni tre-quattro giorni. Il Napoli è parso scarico mentalmente, incapace di entrare nella partita. Basti pensare che l’ottimo portiere Trubin non ha dovuto compiere nemmeno una parata degna di questo nome (quella sul tiro di Neres non era certo complicata per uno come lui).
Per il Napoli ovviamente si complica la corsa Champions. L’eliminazione prematura provocherebbe certamente reazioni, profondo malumore presidenziale. Ma la realtà è questa. Certo il Napoli quest’anno ha perso almeno tre partite contro squadre decisamente più deboli: Torino, Psv e Benfica. Il Napoli ha giocato un po’ dopo il primo gol del Benfica, nel primo tempo, ma ha creato la miseria di due palle gol di cui una in fuorigioco. Nella ripresa, l’aria sembrava cambiata. E invece, incassato il gol al 49esimo, il Napoli si è pericolosamente spento. Senza alcuna possibilità di riaccendersi. Il secondo tempo il Napoli non l’ha proprio giocato.
Un po’ di cronaca.
Teoricamente non dovrebbe esserci partita. Mourinho, come ormai spesso gli capita nelle sue ultime esperienze lavorative , è costretto a friggere il pesce con l’acqua. E sceglie persino di lasciare in panchina Pavlidis, al suo posto Ivanovic. L’inizio del Napoli è sonnolento. Quello del Benfica è il migliore della stagione. Gli uomini di Conte forse non si aspettano l’avvio arrembante dei portoghesi e probabilmente il Napoli un po’ ha nelle gambe ancora la partita con la Juventus e un po’ sa che non avrebbe la forza di giocare a tutta per novantacinque minuti.
La squadra di Mourinho toglie l’aria agli azzurri con un pressing incisivo a tutto campo. Al decimo, Ivanovic si presenta tutto solo davanti a Milinkovic e si divora il gol: il portiere è bravo a mettere la manona ma Ivanovic ha tutto lo specchio della porta a disposizione. A servire Ivanovic è un pregevole colpo di tacco del norvegese Aursnes a sua volta imbeccato con un ottimo pallone in verticale.
Qualche minuto e il Benfica si divora il secondo gol della serata. Proprio con Aursnes servito da un passaggio suicida di Milinkovic: il norvegese sbaglia un rigore in movimento.
Al 20esimo arriva il gol: cross innocuo che McTominay non riesca ad allontanare, la sua zuccata incoccia in un calciatore del Benfica, ne nasce un rimpallo su cui si avventa Richard Rios che è bravo con un tocco felpato a beffare Milinkovic.
A questo punto, si vede finalmente il Napoli. Lang al 27esimo si divora il pareggio anche se è in fuorigioco ma lui al momento del tiro non lo sa, se lo mangia e basta. È la prima vera azione del Napoli. Che poi mostra il remake del cross Insigne-Callejon stavolta con Lang-Di Lorenzo, colpo di testa del capitano di poco fuori. Il Napoli, di fatto, finisce qui.
A inizio secondo tempo dentro Spinazzola e Politano per Olivera e Beukema. Di Lorenzo va nei tre di difesa. Il Napoli illude, sembra molto più offensivo. Neanche il tempo di battere un calcio d’angolo in attacco che il Benfica riparte e va in gol. Bella azione sulla destra, il Napoli ha le maglie troppo larghe. Ivanovic dalla fascia destra serve Rios che entra indisturbato in area, cross rasoterra e colpo sotto porta di Barreiro che in un colpo solo anticipa Rrahmani e uccella (alla Brera) Milinkovic. Come dicevano i nonni: e lì fu Napoli. Al 59esimo fuori Buongiorno e dentro Juan Jesus. E poi il niente, il resto di niente.
Un saluto a José Mourinho. La storia del calcio, per fortuna, nulla ha che fare con la narrazione contemporanea. Avrà ampi capitoli dedicati a lui. E se un giorno dovesse avere una squadra degna di questo nome, potrebbe anche allungare il suo palmarès.











