Rabiot, i rimpianti di Tuttosport che ripensa ai danni fatti da Giuntoli e Thiago Motta
I due non vollero trattenerlo e gli preferirono Koopmeiners e Douglas Luiz. Un suicidio calcistico. Domenica tornerà allo Stadium con la maglia del Milan

Mg Milano 17/11/2024 - Nations League / Italia-Francia / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: esultanza gol Adrien Rabiot
“Rabiot milioni di rimpianti“: si apre così l’edizione odierna di Tuttosport in attesa del match di domenica sera tra Juventus e Milan. All’ex centrocampista bianconero, ora con i rossoneri, era stato escluso il rinnovo di contratto, poiché la società gli preferì Koopmeiners e Douglas Luiz, quest’ultimo finito al Nottingham Forest dopo un anno a combattere con gli infortuni.
Rabiot torna allo Juventus Stadium da ex della gara
Il quotidiano scrive:
Le aspettative, i fischi, gli applausi, “Cavallo Pazzo”, le corse, le reti trovate – grazie anche ad Allegri -, la crescita, la fascia di capitano. E la fine del contratto e del rapporto. Tipo un film che s’interrompe sul più bello, come quando va via la corrente e sei nel pieno di un’attività: è la fine. E non puoi farci nulla. Puoi solo subirla. Al limite alimentare qualche rimpianto venuto facilmente a galla. La Juve sa esattamente come, quando e perché sia arrivato. E nella chiusura della storia con Adrien Rabiot, arrivato nell’estate del 2019 come promessa fatta a Max e poi destinata a Sarri, andato via nel 2024 per un’altra promessa (stavolta spezzata) progettata attorno ai desideri del centrocampista, c’entra soprattutto l’orgoglio. Nel 2023 Adrien rinnova soltanto per un anno su consiglio dell’allenatore livornese, con un
patto sigillato: ne avrebbero riparlato dopo, e su altre basi, culminata con un silenzio spettrale un anno più tardi, quello in cui è Cristiano Giuntoli a irrompere e a prendere la decisione. Il 18 luglio 2024, l’allora capo dell’area sportiva bianconera liquida il francese con una sola frase durante la conferenza stampa di presentazione di Thiago Motta: «Volevo ringraziare Adrien: il 30 giugno è scaduto il suo contratto, gli auguriamo un felice futuro, professionale e non». A Motta non sarebbe dispiaciuto trattenerlo.
Sembrava un grande equivoco e probabilmente lo è stato. Di sicuro, tra la società e il giocatore è andata esattamente così. Perché da una parte c’era la volontà del club di abbattere il monte ingaggi, dall’altra c’era l’ambizione di Rabiot non solo di rappresentare un simbolo della Juventus, ma di esserlo anche nei fatti. Ossia diventare il più pagato dello spogliatoio bianconero. Nemmeno un’offerta formalmente presentata. E nell’estate trascorsa senza squadra, ad aspettare una chiamata dall’Inghilterra mai veramente ricevuta, mentre la Juve spendeva 60 milioni per Koopmeiners, è sbucato il Marsiglia. Poi una luna di miele, almeno fino al caso con Rowe. Quindi il Milan. Non avrebbe mai rifiutato la chiamata di chi lo conosce e di chi l’ha subito messo nelle condizioni di dimostrare la sua qualità, il suo gioco.
I bianconeri preferirono sostituire il francese con Koopmeiners e Douglas Luiz
Dopo l’addio di Rabiot, la Juventus decise di sostituirlo con Koopmeiners e Douglas Luiz: scelta fallimentare finora (almeno per il brasiliano, poiché l’ex Atalanta è ancora in rosa). Tuttosport scrive:
Fuori Rabiot, dentro Koopmeiners e Douglas Luiz. Detta così, oggi, suona quasi come una barzelletta. L’olandese arrivava da un’annata super con l’Atalanta, condita da 15 gol e 7 assist fra tutte le competizioni. A 26 anni la chance della carriera, quella da cogliere per consacrarsi definitivamente in un club disposto a mettere sul piatto 58,4 milioni pur di convincere la Dea a cederne il cartellino. A poco più di un anno dal suo arrivo in bianconero, tutto ci porta a pensare che la scommessa Koop possa dirsi ormai persa. Sì, perché a questo punto risulta davvero difficile rivangare su chissà quale alibi. Ci ha pensato il match con il Villarreal a fugare ogni dubbio. Mercoledì sera si è rivisto il solito Koop: quello scuro in volto, sfiduciato, che trotterella su e giù per il campo, tra passaggi sbagliati e spunti fini a se stessi. E se l’estate del 2024 aveva acceso sogni e aspettative, l’autunno del campo sta svelando una verità più cruda, e cioè che certe scommesse, quando non pagano, vanno semplicemente archiviate.