Le penultime lettere di Mario Rui / Di calcio non capisci niente, tu e le tue sciocche accuse a De Bruyne

Mario Rui risponde finalmente a Pasquale che aveva definito il belga giocatore finito, nonnetto, lento, involuto. «Non capisci niente di calcio»

Mario Rui

Db Milano 28/09/2025 - campionato di calcio serie A / Milan-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Kevin De Bruyne-Luka Modric

Le penultime lettere di Mario Rui n.11

Caro (ma non troppo) Pasquale,

spero che questa mia lettera non ti sorprenda troppo. Del resto, è diventato laborioso rispondere ai tuoi whatsapp lunghi, polemici, provocatori e funesti. Mammamà. Ho aspettato tre giorni a scriverti, ovvero dal fischio finale di San Siro a quello di ieri sera del Maradona, e ho fatto bene. Domenica sera ero nervoso perché – oltre a dover elaborare il dispiacere per la sconfitta col Milan – avrei dovuto perdere tempo a spiegare a te chi sia De Bruyne e perché quello che mi scrivevi circa il giocatore finito, il nonnetto (a differenza di Modric), il lento, l’involuto erano sciocchezze. Frasi buttate lì a vanvera da qualcuno che sa polemizzare ma che non capisce il gioco. Pasquale, non offenderti, ma tu di pallone non capisci niente, non hai preso nulla di Luigi, tuo padre, che invece è un raffinato intenditore. Dovevo solo aspettare, quando al minuto 36 del primo tempo, De Bruyne ha fatto semplicemente delle cose alla De Bruyne – dal primo controllo, passando per lo scambio con Anguissa, all’accelerazione, al dribbling in corsa (con un solo tocco), al passaggio preciso sulla corsa di Højlund – cose meravigliose. Ci sono i giocatori e poi ci sono tutti gli altri. Kevin è un giocatore. Ora, avrei potuto scriverti subito, ma che spreco sarebbe stato, già pensare alla tua faccia – e insieme a quella a tutte le facce, dall’ultimo tifoso, alle prime firme di Repubblica e Gazzetta – mi distraeva troppo. Come promesso ero in curva A, domenica invece l’ho vista in un bar di Milano per rispetto dei tifosi del Napoli che hanno avuto la trasferta vietata. Ero in un bar gestito da napoletani, perciò tutto bene, abbiamo bestemmiato insieme, il Milan ha meritato ma la prestazione del Napoli è da registrare sotto la voce: cose che serviranno ad altre cose.

Naturalmente, ieri, per tutto il giorno mi hanno scritto amici che tifano lo Sporting, li ho ignorati, controllavo il cellulare solo per gli aggiornamenti su Gaza. Uno carissimo, però, Vasco, ha studiato all’Orientale, fa il traduttore, mi mandato di mattina la foto di Maradona con la maglia dello Sporting, foto di 36 anni fa. Non ha scritto niente, non ne aveva bisogno. 36 anni e minuto 36 del primo gol del Napoli.

Pasquale, ti sei accorto che Gutierrez è forte o no? Fattelo dire da uno che di terzini se ne intende, questo farà grandi cose. Lo hai visto quando ha tolto la palla dal piede di Leao domenica? È tranquillo, è sicuro, ha un sinistro come si deve. Ci farà divertire. Ieri sera allo stadio stavo con tuo padre, che alla parata finale di Milinkovic-Savic, mi ha detto: Mario, chiste me fanno venì ‘n’infarto, mannaggia a loro.

A fine partita, dopo l’altro numero di De Bruyne, a vittoria ottenuta, mi è arrivato il consueto messaggio di Meret: Mario, ti abbiamo visto, vieni a cena? Gli ho detto che questa volta passavo, mi sono avviato con Luigi fuori dallo stadio, siamo saliti su un taxi, abbiamo dato due indirizzi, quello di casa di tuo padre e quello della Stazione Centrale. In stazione sono sceso e mi sono unito alle persone che occupavano i binari. Ho messo una sciarpa della Palestina sopra quella del Napoli, certe partite non finiscono mai.

Ti voglio dare una possibilità di fare il vero tifoso, e non solo lo scassacazzi. Domenica vieni a vedere la partita con me, ce ne andiamo in curva B, offro io. Posi il cellulare e guardi il Napoli, così approfitto per spiegarti due o tre cosucce, così magari per una volta ti diverti.

Tuo (ma non troppo) Mario.

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