A Sinner non viene riservato il trattamento Donnarumma, critiche blande per il no alla Davis (il Mondiale del tennis)
A Gigio non fu perdonato l'aver preferito il Psg alla Serie A. Il no di Sinner è una rottura sentimentale, non mi roderò più il fegato alla prossima sconfitta con Alcaraz

Italy's Jannik Sinner reacts on the match point against USA's Ben Shelton during their men's singles semi-final match on day thirteen of the Australian Open tennis tournament in Melbourne on January 24, 2025.
Sulla scelta di Sinner di non giocare la coppa Davis non mi meravigliano i silenzi, le mezze parole di Sky e delle tv a pagamento e nemmeno quelle di tanti siti e giornali sportivi. Parliamoci chiaro. La coppa Davis copre una settimana, i tornei del grande slam, i master mille e cinquecento riempiono un anno di attività giornalistica. Conseguentemente non si “litiga o critica” con il tennista che garantisce audience altissimi.
È del tutto evidente, dunque, che i commenti siano determinati più da concrete esigenze commerciali che da genuini sentimenti sportivi. Con il calo di visualizzazioni del campionato di serie A, il disastro delle Ferrari, il tennis, e Sinner in particolare, rappresentano un “bene” da coltivare e proteggere a prescindere.
Si spiegano così i silenzi assordanti dei tanti che hanno criticato Donnarumma per aver scelto (per un ingaggio più alto) di lasciare il nostro campionato e la doppia morale di quelli che ci raccontano, continuamente, quanto sia importante la qualificazione ai mondiali per il nostro calcio.
Da sempre considero la passione sportiva inscindibile dal tifo per gli atleti della mia città e della nazione nella quale sono nato.
Ho scoperto la bellezza del canottaggio perché i fratelli Abbagnale rappresentavano l’Italia. Alle Olimpiadi seguo anche il tiro al piattello perché in quella disciplina il nostro Paese può, quasi sempre, conquistare un oro.
Ecco perché mi amareggia e mi delude la scelta di Sinner di non rappresentare l’Italia nella Coppa Davis, il campionato mondiali del tennis a squadre. Non ho paura delle parole e quindi non faccio fatica ad affermare che il “nazionalismo sportivo” è un sentimento nobile che alimenta la passione e rappresenta il principale motore delle grandi narrazioni sportive.
Non partecipare alla coppa Davis rappresenta, a mio avviso, una grave “rottura sentimentale” con milioni di tifosi italiani. Non riuscirei mai a fare il tifo “contro” un atleta italiano. Continuerò a seguire Sinner con il rispetto che si deve ad un grande campione. Di certo non mi rovinerò più il fegato per la prossima sconfitta con Alcaraz. L’affetto ed il tifo sono stati cancellati dalla sua sbagliata ed egoistica decisione.