Tamberi: «Non ho il talento di Bolt né i piedi di Furlani, il lavoro è la mia ossessione»
In conferenza: «Il mio obiettivo resta Los Angeles 2028, ho provato a fare atletica in modo diverso - con più equilibrio - ma mi sono reso conto che per me non è possibile».

Dc Roma 30/08/2024 - IAAF Wanda Diamond League Golden Gala Pietro Mennea / foto Domenico Cippitelli/Image Sport nella foto: Marcell Jacobs-Gianmarco Tamberi
È l’ora di Gianmarco Tamberi ai mondiali di Tokyo. È quella giapponese non è una pedana come le altre per l’azzurro. Lì dove nel 2021 vinse il titolo olimpico. Lì dove cominciò la sua ascesa con il titolo mondiale di Budapest 2023, l’europeo del 2024. Poi è cominciata una fase di declino per il ragazzo che vinceva con mezza barba fatta. Domattina le qualificazioni. La Fidal ha rilanciato le sue dichiarazioni alla vigilia dell’impegno iridato
Tamberi conta sui superpoteri della maglia azzurra
«Ho provato a fare atletica in maniera diversa, con più equilibrio, ma mi sono reso conto che se si vuole ambire a essere il numero uno non è possibile. O almeno per me non lo è. Tutto quello che ho fatto al campo e fuori dal campo mi ha portato a vincere quello che ho vinto. Non ho il talento di Usain Bolt o i piedi di Mattia Furlani. Il lavoro è determinante e anche l’ossessione con cui l’ho fatto. Fare sport tanto per farlo, non riuscivo ad accettarlo, nel giro di poco tempo ho capito che dovevo rimetterci del mio. Dispiace tantissimo non ci sia Barshim, saremmo tornati insieme quattro anni dopo a Tokyo, sarebbe stata un’immagine molto motivante. È un campione che mi ha spinto a fare tanto di quello che sono riuscito a fare. Ora mi trovo ad avere il primato personale più alto e lo stagionale più basso».
«Jacobs? Era da un po’ che non lo vedevo, questa città mi accomuna tanto a lui e a chi ha vissuto la forte emozione di quel giorno. Entrambi avremmo sognato di essere qui in altra condizione. Ma so che la sua sta migliorando. Per me l’effetto-Tokyo è finito 4-5 mesi dopo: ho messo da parte la vittoria precedente, è l’unico modo per andar avanti e vincere di nuovo. E’ bello vedere per la prima volta 4 azzurri nell’alto ai Mondiali, ognuno a suo modo può dire la sua: spero di poter essere in quella finale e avere al mio fianco quanti più azzurri possibile».