Maria Perez: «Io e Antonella Palmisano due donne contadine, non guadagnerò mai come un mezzofondista»
A El Paìs: «Con lei ho scommesso che se avessi vinto due ori mi sarei fatta crescere i capelli come lei. Ho perso, ma di scommesse ne farei ancora! Starle accanto mi fa sentire più rilassata»

Tokyo (Giappone) 06/08/2021 - Atletica Leggera Marcia 20 Km / Olimpiadi Tokyo 2020 / foto Imago/Image Sport nella foto: Antonella Palmisano
La marciatrice Maria Perez ha rilasciato una lunga intervista a El Paìs. Di seguito un estratto significativo delle sue parole al noto quotidiano spagnolo.
Maria Perez: «Io e Antonella Palmisano due donne contadine, non guadagnerò mai come un mezzofondista»
Solo tre atleti maschi nella storia – Carl Lewis, Mo Farah e Usain Bolt – sono stati capaci di fare ciò che lei ha fatto: vincere due medaglie in due Mondiali consecutivi. Nessuna donna, a parte Maria Perez. Tutti conoscono loro, anche chi non segue l’atletica. Di lei si parla solo in Spagna…
«E non mi importa. Non faccio questo per essere la migliore o per dimostrare nulla a nessuno, lo faccio per me stessa, e credo che questo sia ciò che mi rende felice. Forse sono diversa dagli altri, ma non cerco un titolo sui giornali, non cerco che si parli di me, ma del mio lavoro, e credo – santa follia la mia – che mi renda felice rendere felici gli altri con il mio sacrificio.»
Riceverà, come tutti i campioni, un premio di 70.000 dollari per ogni oro, ma sa che la mancanza di popolarità si ripercuoterà nella mancanza di contratti pubblicitari importanti…
«Non posso negarlo, è la verità. Non posso guadagnare quanto un triplista o un mezzofondista… Mi dispiace, perché credo di avere lo stesso o più merito di loro, a volte competo anche a orari impossibili, stamattina mi sono alzata alle 3:45. Ma questa è la nostra società, credo che i colpevoli siamo noi stessi e che sia molto difficile da risolvere.»
Ha sempre rivendicato le sue origini contadine come motivo del suo carattere, della sua resistenza e del suo coraggio… Continua a sentirlo?
«So cosa significa lavorare a 15 anni, so cosa significa sforzo e sacrificio, so cosa significa vedere mio padre alzarsi molto presto per lavorare e portare a casa il pane. So quanto sia difficile portare soldi a casa da giovane e credo che quella sia la María che tutti conoscete. Non bisogna mai perdere l’essenza di ognuno di noi. Non per noi stessi, ma per chi ha lottato affinché noi fossimo oggi ciò che siamo.»
Sente orgoglio delle sue radici?
«Non mi vergogno di venire da un paese di meno di mille abitanti, non mi vergogno di vivere a Granada e non essere in un centro di alto rendimento, non mi vergogno di avere meno risorse degli altri. Credo sia una prova che non tutto è nei centri di alto rendimento. Non svaluto il lavoro che si fa, ma credo che si debba stare dove si è felici. E io sono felice dove sono sempre stata.»
Proprio la storia della sua amicizia con la rivale italiana Antonella Palmisano ha segnato in parte il Mondiale. Pochi potrebbero dirlo.
Beh, le situazioni e i momenti di ognuno… ma credo che le cose non vadano forzate, come nei rapporti: le cose vengono da sole, e mi fa piacere, perché l’atletica non è solo rivalità, ma ci sono molte altre cose nello sport. Sì, c’è molta vita anche dopo l’atletica.
E come sarà la sua vita allora?
Dopo l’atletica ci sarà Antonella, andremo in Italia, lei verrà a casa mia e condivideremo momenti con i nostri bambini, come dico io.
Palmisano è della Puglia, nel Sud contadino d’Italia, come Orce in Spagna. Questo influenza la vostra relazione, Perez?
Molto. Abbiamo caratteri simili, ci vogliamo bene e siamo persone molto simili, anche se a prima vista non sembra.
Girando la pista, avrebbe visto Antonella, che si era ritirata, aspettarla…
Uff… È stato ciò che mi ha emozionato di più quel giorno. Ma non solo. Ho perso una scommessa con lei, che diceva che avrei vinto due ori, e dovrò farmi crescere i capelli, come lei. Ma santa scommessa! Continuerò a scommettere con lei continuamente, ma… Oggi mentre scaldavamo le ho detto: sono nervosa, ma stando qui accanto a te sono più rilassata, e mi ha detto: sì, sì, ma sai che se vinci ti lasci crescere i capelli. Le ho detto: «A fanculo» e me ne sono andata.