Lendl: «Mi rivedo in Sinner, ero magro come lui e picchiavo più di tutti. Non smette mai di migliorarsi»
A La Stampa. Bublik ha detto che sembra creato dall'intelligenza artificiale: «è un grande complimento: vuol dire che sei molto forte, che non sbagli una palla. In fondo conta quello. È tennis, non pattinaggio artistico».

Italys Jannik Sinner reacts after defeating Italys Lorenzo Musetti during their men's singles quarterfinal tennis match on day eleven of the US Open tennis tournament at the USTA Billie Jean King National Tennis Center in New York City, on September 3, 2025. (Photo by CHARLY TRIBALLEAU / AFP)
Lendl: «Mi rivedo in Sinner, ero magro come lui e picchiavo più di tutti. Non smette mai di migliorarsi»
La Stampa intervista Ivan Lendl che quarant’anni vinse i suoi primi Us Open. Il quotidiano, con Stefano Semeraro, lo introduce così:
Ivan il Terribile, Ivan l’Imbattibile, Ivan il Cannibale capace di battere John McEnroe e Borg e prendersi il trono del tennis per 270 settimane, vincendo 94 tornei,8 dello Slam. Insomma: Ivan Lendl, il padre del tennis moderno, precursore di Djokovic nell’attenzione maniacale all’alimentazione e agli allenamenti, poi capace di trasformare Andy Murray da magnifico perdente in rivale credibile dei Tre Grandi. Sono passati 40 anni dal primo dei suoi tre trionfi agli Us Open, e domenica sarà qui per premiare il vincitore.
Ivan, molti la paragonano a Sinner. In che cosa si rivede?
«Ho parlato con il suo coach Darren Cahill nei giorni scorsi, e gli ho detto proprio questo, fra tutti i tennisti di oggi Jannik è quello in cui mi rivedo di più, specie per il fisico. Ero magro come lui da adolescente, e picchiavo più di tutti, poi mi sono irrobustito e il mio tennis si è sviluppato. Jannik sta lavorando sulle volée, sul rovescio tagliato, sulla seconda di servizio, insomma le somiglianze sono tante».
Sul cemento Jan sembra imbattibile: solo Alcaraz può metterlo in difficoltà?
«Beh, ci sono tanti giocatori forti, e oggi tutti possono battere tutti. Ma è vero che Jannik e Carlos sono superiori e quando perdono è una sorpresa».
Loro due domineranno per anni?
«Sembra così, ma chi lo sa. Qualcuno con un grande servizio e grandi colpi da fondo può sempre saltare fuori».
Bublik ha detto che sembra un giocatore creato dall’intelligenza artificiale. A lei dava molto fastidio quando la paragonavano a un robot?
«Non penso che possa dare fastidio. In un certo senso è un grande complimento: vuol dire che sei molto forte, che non sbagli una palla. In fondo conta quello. È tennis, non pattinaggio artistico».
Che cosa la impressiona di più di Sinner come tennista e come persona?
«Non lo conosco di persona. Ma sembra avere il desiderio di migliorarsi sempre, ed è una grande qualità. Se smetti di farlo, gli altri iniziano a batterti, e lui lo ha capito».
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