La vita da film di Roscoe Tanner tra donne, cocaina, divorzi, prigioni e tennis. Ora ha 73 anni e legge la bibbia

Il Telegraph racconta l'incredibile storia dell'americano che batteva a 245 km/h e perse in finale a Wimbledon da Borg in cinque set

Tanner

Miss Tennis Carré D'As 80, Eliane Cola (3eG) pose avec les joueurs de tennis (GàD), américain John Mc Enroe, argentin Guillermo Vilas, français Yannick Noah, américain Roscoe Tanner et paraguayen Victor Pecci, en août 1980 à l'issue du tournoi de tennis "Carré D'As" à Nice. (Photo by AFP)

Roscoe Tanner se lo ricordano tutti gli appassionati di tennis per quella finale di Wimbledon del 1979 persa contro Borg, per quella degli Australian Open vinta invece due anni prima contro Vilas, e perché batteva – con le racchette di quegli anni – a 245 km orari. Il Telegraph, che ne racconta la “folle” storia, lo definisce un americano “ruspante”, di quelli del sud, “cresciuto vicino ai Monti Appalachi, una zona rurale che il vicepresidente americano J.D. Vance ha descritto come un covo di tossicodipendenti degenerati. Ma suo padre era un avvocato di successo, e lui si è laureato in giurisprudenza alla Stanford University prima di rendersi conto che il tennis poteva essere una carriera oltre che un hobby”.

La sua storia successiva alla carriera tennistica sembra pari pari quella di Boris Becker, compreso un periodo in carcere per debiti.

“Appartenente alla prima generazione di professionisti a tempo pieno, Tanner ha trascorso 15 anni a confrontarsi con leggende come Ilie Nastase, Jimmy Connors e Bjorn Borg”. Ha costruito i suoi successi “attorno al suo devastante servizio mancino: un obice assoluto che un tempo ha raggiunto i 245 km/h. Sostenuto da volée vellutate, il servizio fulmineo di Tanner lo ha portato al numero 4 del mondo, con 16 titoli in tasca e circa 1,2 milioni di sterline – una cifra considerevole per quei tempi – di montepremi”.

Era il periodo migliore per giocare a tennis – racconta lui – Cercavamo di darci dentro a vicenda in campo, poi facevamo una doccia, ci incontravamo per una birra e uscivamo a cena. Eravamo una piccola città itinerante. Anche se succedeva qualcosa che ti faceva incazzare, durava solo un giorno. Tutti quei ragazzi australiani – Rosewall, Laver, Emerson – mi davano consigli. I tempi sono così diversi ora: hai il tuo compagno di allenamento e la tua squadra, vivi in ​​una casa e non vedi affatto gli altri giocatori”.

“Tutto quello che dovevo fare era seguire Arthur Ashe agli eventi sponsorizzati, nei ristoranti più rinomati e nei locali notturni alla moda, e vedevo bellissime donne gravitare attorno a lui come se fosse James Bond. Non mi ci voleva molto sforzo per raccogliere gli avanzi“.

Tanner era uno “che potrebbe benissimo convincerti a bere un altro drink, a portarti a letto o a vendergli uno yacht da 26.000 sterline a credito”. Per colpa di quel credito non pagato sarebbe finito in una prigione tedesca, e poi estradato in un carcere della Florida.

“A volte, Tanner provava un leggero senso di colpa per le sue “numerose” relazioni extraconiugali. Ma come spiega nel suo libro: “Giustificavo le mie azioni dicendomi che non mi piaceva stare da solo. Avevo bisogno del conforto di un caldo abbraccio”.

Dalle stelle alle stalle, nel 1984, “l’anno in cui il gomito sfinito di Tanner lo costrinse a lasciare il tour e, contemporaneamente, disse a Nancy di voler divorziare. Nel tipico stile caotico di Tanner, la donna che desiderava ardentemente all’epoca – una frequentatrice abituale in Colorado – si rivelò non interessata a formalizzare la loro relazione. Non importava: passò a Charlotte, la direttrice del night club che sarebbe presto diventata la sua seconda moglie. Nel frattempo, Nancy stava preparando la sua risposta. Non solo Tanner scoprì che i suoi pantaloni non avevano più né cavallo né tasche – grazie a un abile lavoro con un paio di forbici – ma il giudice si dimostrò così solidale con la sua causa che “un anno dopo la sentenza di divorzio, il mio patrimonio netto ammontava a circa 100.000 dollari”.

“Tanner – continua il racconto del Telegraph – stava sviluppando una dipendenza dalla cocaina che si aggiungeva alle sue spese già sfrenate. Una manciata di ruoli come direttore di campi da tennis per country club e resort alberghieri non gli impedirono di dichiarare bancarotta nel 1998: una crisi che a sua volta provocò il suo secondo divorzio. Lui e Charlotte avevano avuto due figlie, oltre a quella che aveva già avuto con Nancy, quindi gli assegni di mantenimento si stavano accumulando. Nel frattempo, in un’eco dell’appuntamento segreto di Becker al Nobu, era corteggiato da Connie Romano, una escort rimasta incinta dopo che lui l’aveva invitata nella sua stanza al Waldorf Hotel nel 1993″.

Fu in questo periodo che comprò, senza mai pagarlo davvero, lo yacht che lo avrebbe definitivamente rovinato. “Dopo aver trovato una breve stabilità a Karlsruhe – una città verdeggiante che peraltro è la sede legale della Germania – la polizia lo catturò finalmente nell’estate del 2003, brandendo un mandato di cattura internazionale per evasione dei debiti. Trascorse circa sei settimane in prigione prima di essere estradato al carcere della contea di Pinellas, in Florida”.

“La prima prigione in cui sono stato, era lì che mettevano i terroristi. La maggior parte di questi ragazzi non erano tedeschi; provenivano dall’Afghanistan o da altri paesi islamici. Non era passato molto tempo dall’11 settembre e quando hanno saputo che c’era un americano in prigione, erano lì per prendermi”.

Ora ha 73 anni. E si è dato alla lettura della Bibbia.

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