La sicurezza di Trump ha reso la finale tra Alcaraz e Sinner un disastro
La finale rinviata di un'ora e tanti possessori di biglietto (pagato a peso d’oro) costretti a entrare in ritardo e a perdersi il primo set

NEW YORK, NEW YORK - SEPTEMBER 07: (L-R) U.S. President Donald Trump and granddaughter Arabella Kushner attend the Men's Singles Final match between Jannik Sinner of Italy and Carlos Alcaraz of Spain on Day Fifteen of the 2025 US Open at USTA Billie Jean King National Tennis Center on September 07, 2025 in New York City. Clive Brunskill/Getty Images/AFP (Photo by CLIVE BRUNSKILL / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / Getty Images via AFP)
Gli organizzatori degli Us Open non hanno usato mezzi termini: la finale maschile è stata definita un “disastro”, un vero e proprio “imbarazzo per il torneo”. In campo, lo spettacolo non è mancato sotto gli occhi di Donald Trump. Carlos Alcaraz ha superato Jannik Sinner. Ma l’attenzione, almeno all’inizio, si è spostata fuori dal centrale di Flushing Meadows. Lo racconta Tennis Head
Tifosi costretti a lunghe file
Migliaia di tifosi muniti di biglietto sono rimasti bloccati ai controlli di sicurezza, rallentati dalla presenza del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. La sua partecipazione era stata annunciata con giorni di anticipo, ma nonostante questo non sono state previste procedure più snelle. Risultato: la finale è iniziata con mezz’ora di ritardo e con spalti ancora parzialmente vuoti. Il malcontento è stato forte e immediato. «Ci è voluto molto più tempo del solito per far entrare la gente, e non sembrava che l’avessero previsto. È stato un disastro», ha commentato Matt Roberts di The Tennis Podcast. Catherine Whitaker ha rincarato la dose: «Migliaia di persone che avevano speso migliaia di dollari si sono perse almeno un set. Io stessa sono uscita nell’atrio e c’era il caos: cori, proteste, disordini. Sembrava un pandemonio, una situazione deprimente».
Evento gestito male
Col passare dei game la tensione si è allentata, ma la sensazione rimasta è stata quella di un evento gestito male. «È stato un enorme imbarazzo dover spostare l’orario della finale all’ultimo minuto – ha aggiunto Roberts – Mi si spezzava il cuore per quei tifosi rimasti fuori. Molti hanno sognato per una vita di assistere a una finale dello Slam, hanno speso cifre altissime e si sono visti rovinare l’esperienza. Certo, Alcaraz e Sinner hanno fatto la loro parte in campo, ma non basta: la giornata per tanti è stata compromessa». A peggiorare le critiche, il fatto che Trump sia rimasto per gran parte della finale maschile ma abbia completamente ignorato quella femminile, disputata la sera precedente tra Aryna Sabalenka e Amanda Anisimova.
Il torneo: “Colpa dei Servizi segreti” di Trump
Messo alle strette, il portavoce del torneo Brendan McIntyre ha cercato di giustificare l’accaduto: “Comprendiamo la frustrazione dei tifosi. I protocolli di sicurezza straordinari sono stati imposti dai Servizi Segreti”. Una spiegazione che suona però come uno scarico di responsabilità, senza ammettere errori organizzativi. Il bilancio, per molti spettatori, resta amaro: un’occasione irripetibile rovinata da scelte discutibili e da un piano di sicurezza che ha trasformato l’attesa per la finale più attesa dell’anno in un incubo.