La Premier League martedì vota per l’introduzione del tetto salariale
The Guardian: "L’obiettivo della lega è ottenere il via libera dei club all’introduzione delle regole sul rapporto costi-risorse (Scr, che fisserebbero un limite alla spesa per stipendi, trasferimenti e commissioni agli agenti pari all’85% dei ricavi"

Manchester United's Danish striker #11 Rasmus Hojlund (C) celebrates with teammates after scoring their third goal during the English Premier League football match between Manchester United and Aston Villa at Old Trafford in Manchester, north west England, on December 26, 2023. (Photo by Oli SCARFF / AFP)
La Premier League proverà a definire i dettagli delle nuove regole di spesa nella prima assemblea degli azionisti della stagione, in programma martedì, nonostante la crescente opposizione a una misura che molti paragonano a un tetto salariale. Lo scrive The Guardian.
Discusso anche l’ancoraggio: spendere 5 in più dei ricavi dell’ultima in classifica
L’obiettivo della lega è ottenere il via libera dei club all’introduzione delle regole sul rapporto costi-risorse (Scr, che fisserebbero un limite alla spesa per stipendi, trasferimenti e commissioni agli agenti pari all’85% dei ricavi. Resta invece in bilico l’adozione dell’“ancoraggio”, il meccanismo che vincolerebbe tale spesa a circa cinque volte i ricavi della squadra ultima classificata in campionato. Nella scorsa stagione, il Southampton — fanalino di coda — ha registrato ricavi pari a 109,2 milioni di sterline. Ogni club riceve dalla lega una quota uguale di introiti televisivi e commerciali, ai quali si aggiungono i pagamenti legati al piazzamento finale e al numero di partite trasmesse in diretta nel Regno Unito. Entrambe le proposte dovrebbero andare al voto nella riunione di novembre, con l’intento di sostituire dall’anno prossimo le attuali regole sulla redditività e sostenibilità (Psr).
In Premier rischio diminuzione proventi paracadute per le retrocesse
Dodici mesi fa, sedici club avevano votato a favore dell’ancoraggio: contrari il Manchester United, il Manchester City e l’Aston Villa, con il Chelsea che si era astenuto. Ora però diversi club che inizialmente avevano dato l’ok stanno riconsiderando la propria posizione. Il timore principale è che, una volta approvato il principio, l’Efl possa adottarlo a sua volta, con pesanti conseguenze per i club retrocessi che percepiscono i cosiddetti pagamenti paracadute. Attualmente la Premier League versa tra i 20 e i 49 milioni di sterline l’anno agli ex membri per un massimo di tre stagioni, ma se la spesa fosse agganciata al reddito della 24ª squadra di Championship, i club retrocessi avrebbero margini molto più ridotti sul mercato.
United e City guidano il fronte del n0
Negli ultimi anni Premier League ed EFL hanno già armonizzato diverse norme finanziarie e si valuta un ulteriore allineamento. L’EFL, da tempo contraria ai pagamenti paracadute perché considerati distorsivi per la competitività, potrebbe introdurre l’ancoraggio proprio per limitarne l’impatto. Manchester United e Manchester City guidano il fronte del no, ora rafforzato dal sostegno di alcuni club minori preoccupati dalle conseguenze legate ai paracadute. Intanto la Professional Footballers’ Association ha scritto alla lega minacciando azioni legali contro l’ancoraggio e si è affidata a Nick De Marco KC, lo stesso legale che quattro anni fa aveva bloccato i tentativi dell’EFL di introdurre limiti salariali in League One e League Two.