Il Sudafrica distrugge gli All Blacks a Wellington (10-43): la più pesante sconfitta di sempre
Il Sudafrica però non festeggia: «sappiamo come ci si sente dopo una batosta. Loro avevano otto giocatori con meno di dieci presenze, noi soltanto due»

New Zealand's scrum-half Aaron Smith (L) dives and scores a try as he is tackled by Italy's fly-half Paolo Garbisi (2nd L) during the France 2023 Rugby World Cup Pool A match between New Zealand and Italy at the OL Stadium in Decines-Charpieu, near Lyon, south-eastern France, on September 29, 2023. (Photo by Jeff PACHOUD / AFP)
Lo Sky Stadium di Wellington non è l’Eden Park di Auckland: la “rivincita” tra All Blacks e Sudafrica finisce con una pesantissima vittoria degli Springboks, che nel finale dilagano a suon di mete fino al 10-43 conclusivo. Un ko pesante per la Nuova Zelanda che fino all’inizio della ripresa aveva tenuto un piccolo vantaggio sull’avversario. Dal secondo tempo però la mischia sudafricana è emersa prepotente, così come le cariche degli avanti e dei trequarti di Rassie Erasmus che hanno combattuto duro nonostante i cambi si fossero presto esauriti. Questi hanno portato comunque maggiore qualità in campo e alla lunga la differenza si è fatta vedere tutta come dimostra il risultato finale, la più pesante sconfitta di sempre degli All Blacks. Onrugby.it fa il punto
Il Championship con Nuova Zelanda, Australia, Argentina e Sudafrica
A questo punto, tutto può succedere. L’Australia rimane in testa al Rugby Championship con 11 punti, mentre Sudafrica e All Blacks seguono a 10, con l’Argentina a 9. Sono tutti in gioco, e tutti raggruppati in 2 punti. Saranno decisive le ultime due serie: il 27 settembre si gioca All Blacks-Australia a Eden Park (arbitra Andrea Piardi) mentre il 4 ottobre si va a Perth con i Wallabies che chiuderanno in casa il torneo contro i neozelandesi. Dall’altra parte, nelle stesse giornate, Sudafrica-Argentina si giocherà prima a Durban, poi il gran finale tra Pumas e Springboks sarà a Twickenham.
Su Rugbypass le interviste
Scott Robertson (allenatore della Nuova Zalanda)
L’allenatore degli All Blacks, Scott Robertson, ai microfoni di Sky Sport ha descritto la sfida contro gli Springboks come “sicuramente una partita divisa in due tempi”. Con grande onestà ha riconosciuto i meriti degli avversari: “Non abbiamo scuse, stasera sono stati semplicemente bravi. Hanno dominato la battaglia aerea e i calci piazzati per tutta la serata. La partita è cambiata molto velocemente”. Robertson ha poi spiegato che l’obiettivo della squadra era sollevare la Freedom Cup e continuare il cammino nel Rugby Championship: “Dobbiamo essere estremamente onesti gli uni con gli altri, senza cercare scuse. Gli Springboks si sono sicuramente presentati e hanno fatto un vero passo avanti rispetto alla scorsa settimana, mentre noi non ci siamo adattati”. Sulla stessa linea le parole del capitano Scott Barrett, che ha sottolineato le difficoltà incontrate in campo: “La nostra mischia è stata messa sotto pressione e le occasioni per giocare sono state davvero limitate per tutta la partita. Siamo molto dispiaciuti di non essere riusciti a portare a termine il lavoro stasera”.
Rassie Erasmus (allenatore Sudafrica)
Appena poche settimane fa, dopo la sconfitta con l’Australia, Rassie Erasmus, coach degli Sprinboks non aveva usato giri di parole: “Siamo feriti, abbiamo deluso il Paese. Vogliamo rifarci immediatamente”. Oggi, dopo il trionfo sugli All Blacks a Wellington, l’allenatore degli Springboks può finalmente sorridere ma senza usare toni trionfalistici: “Siamo stati dall’altra parte, quando abbiamo subito 57 punti in trasferta. Per questo non c’è bisogno di festeggiare troppo, perché rispettiamo gli All Blacks: loro ci hanno già inflitto lezioni pesanti molte volte”, ha spiegato Erasmus, sottolineando però l’orgoglio per la risposta dei suoi. Poi un’analisi lucida: “Ci sono diverse realtà: quella dell’avversario, la nostra e quella del mondo esterno. E poi c’è la verità. ». Abbiamo costruito un percorso dando spazio ai ragazzi e oggi hanno dimostrato di essere pronti”.