È morto Carlo Sassi: inventò la moviola dimostrando che un gol di Rivera non era gol. E quello di Turone non era gol

Aveva 95 anni. Il Corsera raccontò quella sera del 1967 in cui cambiò la visione del calcio in tv. Rivoluzionò il calcio in tv, portò Blow-up nel football

Carlo Sassi

È morto Carlo Sassi: inventò la moviola dimostrando che un gol di Rivera non era gol. Rivoluzionò il calcio in tv

Il signor Moviola. Carlo Sassi. Aveva 95 anni. È morto. Fu lui a rivoluzionare il giornalismo calcistico con l’introduzione della moviola. Avvenne il 22 ottobre del 1967. C’era stata molta contestazione per un gol fantasma di Rivera nel derby. Lui rivide al rallentatore le immagini e scoprì che si era alzata la nuvoletta bianca del gesso sulla linea di porta. Quindi non era gol. Decise – modello Blow-up – di sezionare la realtà e di trasmetterla sezionata e rallentata nelle case degli italiani. Fu uno stravolgimento del giornalismo calcistico televisivo. Un prima e un dopo.

Ha successivamente detto che il celebre gol di Turone non era gol, era in fuorigioco. Come in questo video che alleghiamo:

Scrive la Gazzetta dello Sport:

È morto Carlo Sassi, il giornalista della moviola. Nato a Milano il 1° ottobre 1929, dopo gli inizi da calciatore fu assunto in Rai nel 1960 e da subito in campo per la Domenica Sportiva, grazie a lui divenne popolare la moviola, in cui le azioni della partita erano mostrate al rallentatore e poi discusse.

L’esordio fu il 22 ottobre 1967 per il gol fantasma di Gianni Rivera nel derby tra Inter e Milan, accanto a lui il collega Heron Vitaletti. Sassi curò la Domenica Sportiva e la moviola fino al 1991, sempre correttissimo e autorevole, senza mai bisogno di alzare la voce. Passò poi a condurre assieme a Sandro Ciotti “Quasi Gol” e dal 1993 affiancò Fabio Fazio e Marino Bartoletti in Quelli che il calcio, prima su Rai 3 e poi su Rai 2 fino al 2001.

La passione per il calcio era nata da ragazzino. Nel 1946 fece un provino per l’Inter, firmò poi per l’Angerese, in Serie C, ma la carriera si fermò per un grave infortunio a un ginocchio. Per altre 4 stagioni giocò nella Gaviratese, poi dopo gli studi alla Bocconi fu assunto in banca, dove lavorò per 9 anni prima di approdare in Rai nel dicembre 1957. 

Questo è lo splendido racconto della nascita della moviola, ad opera di Carlo Sassi, sul Corriere della Sera, a cura di Fiorenzo Radogna:

Un discusso gol di un fuoriclasse indiscutibile (Gianni Rivera) in una domenica di ottobre del 1967 (il 22); due giornalisti televisivi a polemizzare sulla sua regolarità; e il colpo di genio di uno di questi: Carlo Sassi da Milano (classe 1929). E il modo di vivere il calcio degli italiani cambia. Per sempre. È la storia semplice della nascita della moviola, oggi tecnologia scontata, ma a quei tempi rivoluzionaria. Di più: fonte di ulteriori e interminabili polemiche e discussioni. Quelle che oggi rappresentano anche un po’ (troppo?) il sale e il pepe del calcio.

Un’intuizione che avrebbe cambiato per sempre la natura delle querelle nei bar del lunedì mattina, acuito le divergenze fra tifosi avversari. Ma soprattutto illuminato un’infinità di casi. Con la sua capacità (non sempre incontrovertibile ) di dirimere controversie, dubbi e incertezze sui tanti episodi che continuano a caratterizzare le partite. Dalla A alla C e oltre. Sì, perché quell’intuizione è poi diventata una istituzione, un riferimento imprescindibile. Anche in campo e in tempo reale.

Il contesto: stagione 1967-68 a San Siro si gioca il derby. Da una parte una (ex) Grande Inter di Herrera che ha perso smalto; dall’altra un Milan che crede nello scudetto numero 9, che poi arriverà. La partita è tesa: al 57’ l’Inter passa: verticalizzazione da manuale con triangolo Benitez-Mazzola-Benitez, che segna solo davanti a Betti, 1-0. Il Milan preme ma senza costrutto. Al 78’ Golin scende come un fulmine sulla sinistra, sbilancia la difesa nerazzurra e serve una palombella sulla destra per l’accorrente Rivera che tira di controbalzo: palla sotto la traversa e in campo. Dentro o fuori la linea di porta? L’arbitro D’agostini è lì e assegna il gol del pareggio. Fra gli isterismi di entrambe le parti. Per i nerazzurri la sfera non ha attraversato la linea di porta e il risultato del derby va in archivio. Ma solo dal punto di vista statistico-burocratico…

Nella sede della Rai di Corso Sempione due giovani e bravi giornalisti — l’altro è Heron Vitaletti — poche ore dopo si stanno occupando del montaggio. Discutono, argomentano, polemizzano su quel pallone che non la racconta giusta. Malgrado le immagini, mandate avanti e indietro con dedizione certosina. A un certo punto però, vedendo e rivedendo il filmato della (presunta) rete, ecco la scintilla: Carlo Sassi si accorge di un dettaglio che proprio non è solo tale. Dopo il colpo sulla traversa, il pallone schizza a terra. Quel rimbalzo provoca una piccola esplosione di polvere bianca. È il gesso dellalinea di porta. E se la palla ha toccato quella fatale retta, da regolamento non è entrato tutto. Quindi non è gol: l’Inter aveva ragione e D’agostini si era sbagliato. Argomentato, quel rallenty, a sera, verrà trasmesso in tutte le case degli italiani calciofili durante la Domenica Sportiva. Nascerà così il mito del gol fantasma; ma soprattutto quello della Moviola.

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