Bonmatí ha vinto il terzo Pallone d’Oro di fila ma non è meritato. E allora Alessia Russo che deve dire? (So Foot)

Non è stata lei la più forte. È un'icona dello sport femminile ma Russo e Caldentey avrebbero meritato più di lei. Sta monopolizzando il Pallone d’Oro per la sua immagine, come Messi e Ronaldo.

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FC Barcelona's Spanish midfielder Aitana Bonmati reacts on stage with her trophy as she receives the Woman Ballon d'Or award during the 2023 Ballon d'Or France Football award ceremony at the Theatre du Chatelet in Paris on October 30, 2023. (Photo by FRANCK FIFE / AFP)

Prima calciatrice della storia a vincere tre Palloni d’Oro e terza a conquistarli consecutivamente dopo Platini e Messi, Aitana Bonmatí è stata protagonista nella serata di ieri al Théâtre du Châtelet di Parigi.

«Improvviserò un po’. Terza volta qui di fila, non so davvero cosa dire. Incredibile, poteva benissimo andare a una qualsiasi di voi. Penso che quest’anno il livello sia stato altissimo».

“Per chi segue il calcio femminile da lontano, questo trionfo sembrerà logico, vista la statura, l’ispirazione e le prestazioni della giocatrice (20 gol e 16 assist in 58 partite)… Eppure la regista del Barcellona e della nazionale spagnola non ha vinto né l’Europeo né la Champions League, le due competizioni più importanti nei dodici mesi trascorsi. L’esito mostra ancora una volta che questa cerimonia è (molto) politica e che lo sport non è sempre la prima preoccupazione” — scrive So Foot nel suo articolo.

Perché proprio Bonmatí?

La rivista francese accusa:

“Eletta miglior giocatrice della Champions e dell’Europeo (per meccanismi di designazione, probabilmente), Bonmatí ha ancora oscurato le sue pari nel momento di raccogliere i riconoscimenti individuali, malgrado i fallimenti collettivi. L’inglese Alessia Russo si chiederà stamattina se riuscirà mai a toccare quel trofeo dorato, lei che lo ha sfiorato al termine di una stagione in cui ha vinto tutto con l’Arsenal e con le Lionesses, capocannoniere del campionato inglese e autrice del gol del pareggio in finale dell’Europeo contro la Roja. 

E se i votanti volevano a tutti i costi incoronare una spagnola, come già accaduto nei quattro anni precedenti, c’era la connazionale Mariona Caldentey, seconda nei voti, che ha dominato con l’Arsenal. Inevitabilmente, il dibattito infuria, lasciando pensare che la vittoria si sia decisa altrove.”

L’invisibilizzazione di altre donne

Difficile prendersela con Aitana, che incarna alla perfezione questa generazione di giocatrici con più libertà. Lei stessa ha dichiarato:

«È il primo anno in cui abbiamo gli stessi riconoscimenti degli uomini (il trofeo Yashin è stato assegnato per la prima volta anche a una donna, Hannah Hampton), e questo si sente. L’uguaglianza è qualcosa che chiediamo da tempo. Oggi l’abbiamo ottenuta».

Leggi anche: Bonmatí: «Il fatto che oggi ragazze e ragazzi guardino a delle giocatrici come modelli è un grande progresso»

Conclude So Foot: “La verità, oggi, è che le più giovani potrebbero pensare che esista solo una donna che gioca a calcio, come se la catalana fosse un’eccezione, mentre ce ne sono a decine che meriterebbero di essere messe in luce per prestazioni, impegno e personalità.

Il duello Messi/Ronaldo ha troppo a lungo oscurato altri grandi campioni che avrebbero meritato di salire sul podio e di farsi sentire. Il calcio femminile non deve commettere lo stesso errore: valorizzare le sue icone è importante, ma premiare davvero chi lo merita lo è altrettanto”.

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