Velasco: «mi dà fastidio che in Italia si veda sempre tutto negativo. L’Italia è un Paese vecchio, di vecchi»

Alla Gazzetta: «L’italiano è troppo conservatore. Si sta bene, malgrado tutti si lamentino. E dove si sta bene, si fatica a cambiare. Non è vero che altrove c'è più cultura sportiva»

Velasco

Italy's head coach Julio Velasco reacts in the women's volleyball gold medal match between USA and Italy at the South Paris Arena 1 in Paris during the Paris 2024 Olympic Games on August 11, 2024. (Photo by PATRICIA DE MELO MOREIRA / AFP)

Velasco: «mi dà fastidio che in Italia si veda sempre tutto negativo. L’Italia è un Paese vecchio, di vecchi»

Alla vigilia del Mondiale di pallavolo, la Gazzetta intervista Julio Velasco ct della Nazionale femminile.

Fra 5 giorni in Thailandia le azzurre cominciano il Mondiale. venerdì affronterà la Slovacchia nella prima partita. È sereno, consapevole di avere in mano una squadra fortissima. Non solo perché un anno fa vinse l’oro olimpico o perché viene da 29 vittorie di fila. E la prima curiosità parte proprio da lì, dallo storico trionfo di Parigi 2024.

Julio, come si ricrea la motivazione in una squadra che ha raggiunto il massimo?
«La motivazione non ha avuto bisogno di nulla. Le ragazze hanno addirittura fatto un patto tra loro. Sono motivate a dare il massimo per riportare in Italia un Mondiale che non vinciamo da 23 anni. E che questo gruppo non ha mai vinto. Sanno che se riescono a fare Olimpiadi, Nations League e Mondiale entrano nella storia. Non ho avuto bisogno di motivarle. È un gruppo fantastico, non ordinario. Ragazze speciali, non solo forti. Lavorare con loro è un piacere. Hanno tanta qualità».

Velasco: «il gruppo si crea perché si vince»

«Penso sia importante fare bene il proprio lavoro. E io credo di fare bene il mio. Dicono che vinco perché creo il gruppo? Ma il gruppo si crea perché si vince. Se la squadra va bene, funziona. Ed è più facile che i rapporti fra le persone funzionino. Se non si gioca bene, allora non si crea il gruppo. Noi siamo progrediti in quei particolari, soprattutto tecnici, che dovevamo migliorare».

Cosa non le piace dell’Italia?
Velasco: «Non c’è nulla che non mi piaccia. Mi disturba solo un po’ che l’italiano sia troppo conservatore. L’Italia è un Paese vecchio, di vecchi. Dove si sta molto bene, malgrado tutti si lamentino. E, dove si sta bene, si fatica a cambiare. Poi mi dà fastidio che si veda sempre tutto negativo. Lo dico anche alle ragazze: vi rendete conto che vivete in uno dei Paesi più ricchi e più belli e dove si mangia meglio? Poi sì, c’è qualcosa che non funziona».

Come valuta il movimento sportivo italiano?
Velasco: «Penso che l’Italia sia cambiata molto nello sport. Pensate a quanto sono cresciuti il tennis, l’atletica, il nuoto… Il Coni ha fatto molto, i risultati nei grandi eventi sono figli di una nuova mentalità. Altri Paesi hanno più cultura sportiva? Non credo. Ma noi vediamo sempre l’erba del vicino più verde. Dovremmo solo arricchirci tra di noi un po’ di più. La contaminazione fra sport diversi è un valore: abbiamo eccellenze straordinarie e gente validissima ovunque».

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