Sinner: «La mia forza mentale? Non c’è nulla di naturale, c’è lavoro. Pensavo di essere forte, invece non lo ero»

Al Corsera: «Devi accettare i tuoi difetti, ho fatto fatica. Io e Alcaraz? Le cose possono cambiare, se uno non si migliora altri giocatori arrivano». La passione per i Lego

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Italy's Jannik Sinner eyes the ball as he plays against Spain's Carlos Alcaraz during their men's singles final tennis match on the fourteenth day of the 2025 Wimbledon Championships at The All England Lawn Tennis and Croquet Club in Wimbledon, southwest London, on July 13, 2025. (Photo by HENRY NICHOLLS / AFP)

Jannik Sinner – numero uno al mondo di tennis – ha concesso un’intervista al Corriere della Sera (a firma Viviana Mazza) ed ad altri giornali internazionali.

Ne riportiamo qualche stralcio.

Tutti ammirano la forza mentale che le ha permesso di vincere Wimbledon dopo lo spettro della finale di Roland Garros persa nonostante i match point. Che cosa l’aiuta a trovare un atteggiamento positivo? Ci sono delle tecniche? Quanto lavora con lo psicologo? Oppure è puramente naturale?
«Non è nulla di naturale, c’è tanto lavoro dietro, ma prima devi accettare i tuoi difetti e io all’inizio ho fatto fatica, perché pensavo di essere forte, e invece non lo ero. E ci abbiamo lavorato tanto sopra, con Riccardo Ceccarelli, stiamo lavorando già da anni insieme, mi aiuta. Ovviamente la differenza deve farla l’atleta, ma c’è tanto lavoro dietro».

Quali difetti?
Sinner: «Non essere paziente, voler fare subito tutto in uno. E invece non è questa la soluzione: devi sempre lavorare da un dettaglio all’altro e poi mettere pian piano insieme tutti i pezzi del puzzle».

Della rivalità con Alcaraz dice:

«Non è neanche detto che io e Carlos (Alcaraz ndr) siamo quelli lì, adesso è quasi due anni che stiamo giocando i Grandi Slam, ma le cose possono cambiare, se uno non si migliora altri giocatori arrivano… quindi tra altri due anni vediamo chi si è stabilito, chi si è migliorato, chi è peggiorato».

Da poco ha scoperto la passione per il mare, è stato in Sardegna. Fa immersioni?
«Faccio snorkeling, ma non immersioni. Se sono vicino alla costa non c’è problema ma se sono nel mezzo del nulla ho un po’ paura».

«Mi sono appassionato ai Lego, moltissimo. Di sera, per esempio, costruisco con i Lego».

Che cosa sta costruendo?
«Un’auto, ovviamente».

E se li porta dietro?
«Dipende. Qui a New York so di avere un po’ più tempo e c’è un negozio di Lego molto vicino al mio hotel. Perciò ci sono andato, ho comprato una Porsche. E l’ho finita in un giorno, in cinque ore. Allora ho pensato: me ne serve una più grande. Il mio istinto mi dice che l’ultima che ho preso è troppo grande… Ma mi piace. Metto su la musica e penso ad altro. Quando sei un tennista o un atleta, hai così tanti pensieri nella testa, e anche pressioni. Tutto il tempo. E quindi di sera mi piace…».

Sinner si ritira a Cincinnati contro Alcaraz: «Mi dispiace, non ce la faccio. Da ieri non mi sentivo bene»

Dura venti minuti la finale di Cincinnati tra Sinner e Alcaraz. Sinner si è ritirato sullo 0-5. L’italiano praticamente non è mai sceso in campo. Si è capito subito che non era il fuoriclasse sempre ammirato. Non era mobile. Ogni tanto si toccava lo stomaco. Era come se facesse fatica a deglutire. Faceva molto caldo, c’era tanta umidità. La finale non si è mai giocata, nemmeno in quei cinque game. Jannik ha messo a segno qualche vincente ma ad esempio non ha nemmeno provato a rincorrere una palla corta. Ha commesso errori per lui insoliti. Sullo 0-5, Sinner ha detto: «Mi dispiace, non ce la faccio». Dall’angolo evidentemente sapevano, perché sono rimasti pressoché impassibili. Sinner ha detto qualcosa del tipo: «Ci ho provato per i tifosi». Alcaraz lo ha abbracciato. Il pubblico è rimasto comprensibilmente deluso.

A fine match ha detto:

«Mi dispiace tanto tanto di deludervi ma da ieri non mi sentivo bene, speravo di migliorare nel corso della notte e invece sono peggiorato. Mi dispiace tanto, molti di voi lunedì devono lavorare o fare qualcos’altro. Carlos, congratulazioni, non è il modo in cui avresti voluto vincere. È stato uno dei tornei più caldi che abbia mai giocato. Grazie per il sostegno».

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