Sinner: «Mi dissi se a 23 anni non entro nei primi 200 smetto perché il tennis costa troppo»

«A Cincinnati ho avuto un virus tra un paio di giorni sono al 100%. Con Alcaraz ci conosciamo bene. Per affrontarci abbiamo cambiato il modo di giocare e questo aumenta lo spettacolo»

Sinner

Italy's Jannik Sinner celebrates after winning the semi-final match against Russia's Daniil Medvedev at the ATP Finals tennis tournament in Turin on November 18, 2023. (Photo by Tiziana FABI / AFP)

Il tennis costa e se non entri nei primi 200 al mondo quando sei giovane non te lo puoi permettere. Ne parla Jannik Sinner nella consueta conferenza stampa prima degli Us Open che riporta Sky Sport.

 

La promessa di Sinner

Ai miei genitori dissi – ero giovane quando sono andato via di casa – che se a 23 o 24 anni non fossi stato nei primi 200 avrei smesso, perché non potevamo permettercelo con i soldi che avevamo. Viaggiare per i tornei costa tanto. Se hai un coach, ancora di più. Sono stato molto fortunato perché già a 18 anni ho iniziato a guadagnare, e lì mi sono sentito più sicuro. Quando sei giovane, dici solo un sogno. Non ci credi nemmeno davvero. A volte dicevo: ‘Voglio diventare numero 1 del mondo, o vincere uno Slam’. Ma erano solo sogni. La posizione in cui sono oggi era ben oltre i miei sogni. Adesso è diverso. Ora capisco il mio potenziale. Capisco che se gioco bene posso vincere tornei. La prospettiva è diversa. Ma se mi chiedi da giovane, il mio sogno era solo entrare nei primi 100. Sarebbe stata la mia felicità. Tutto quello che è arrivato dopo è un grande extra.

Archiviata Cincinnati

Le motivazioni sono molto alte. Fisicamente mi sento bene. A Cincinnati ho avuto un virus che hanno avuto anche altri giocatori. Mi sono ripreso quasi del tutto, non ancora al 100%, ma puntiamo ad arrivarci in un paio di giorni. Quindi dovrebbe andare tutto bene per il torneo.

Sinner e Alcaraz

Siamo due giocatori diversi. Lui è ovviamente molto veloce in campo. Con altri giocatori il punto a volte potrebbe finire, ma lui arriva su certe palle e quindi legge il gioco in modo diverso. Così ci sono scambi più lunghi. Ora ci conosciamo meglio. È un gioco molto tattico. Lui prepara le partite in modo diverso rispetto a prima. Io e il mio team facciamo lo stesso. Abbiamo stili diversi, di gioco ma anche come siamo dentro e fuori dal campo. Siamo semplicemente diversi. Allo stesso tempo però è bellissimo da vedere, perché rende tutto molto interessante. L’unica cosa che abbiamo in comune è che ci alleniamo duramente. Facciamo scelte in funzione del tennis. In questo momento è la nostra priorità, come deve essere, perché sono i piccoli dettagli che fanno la differenza. È interessante da vivere.

Il caso clostebol

Adesso mi sento diverso, certo. L’anno scorso era una situazione molto più stressante, anche perché arrivata proprio prima di uno Slam. È stato difficile gestire tutto. Anche per me che sono ancora giovane.

A New York si dorme in città ci vuole un’ora

Qui conta molto se giochi di giorno o di notte. Ci sono tanti piccoli dettagli che rendono questo Slam diverso. Per esempio, dormiamo in città e ci vuole un’ora per arrivare. Sono piccole cose, ma se non le gestisci bene diventa difficile giocare al massimo livello. Vediamo. Dico sempre che il futuro è imprevedibile. Non so cosa accadrà stavolta. Ma sicuramente è un torneo molto difficile da giocare. Conclude Sinner

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