Il Napoli di Conte sta giocando col 4-1-4-1

Lobotka si posiziona da metodista davanti alla linea difensiva a quattro uomini e dietro una batteria di trequartisti: Neres, De Bruyne, Raspadori, Lang

4-1-4-1

Mg Dimaro 22/07/2025 - amichevole / Napoli-Arezzo / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Stanislav Lobotka

Il Napoli di Conte sta giocando col 4-1-4-1

Premesso che, come sostengono tantissimi allenatori, tra cui Carlo Ancelotti, il sistema di gioco di una squadra (da molti definitivo “modulo”) lo si vede quando la stessa si difende, in fase di non possesso (ossia quando il pallone ce l’hanno gli avversari), nel calcio moderno, parlare di “4-3-3” è come parlare del nulla, dal momento che, nessuna squadra al mondo, quando si difende, lascia tre uomini alti, in attacco.

Tutte le squadre, in fase passiva, se si schierano con una linea di difesa composta da quattro uomini, si posizionano o con il 4-4-2, o con il 4-4-1-1, o col 4-5-1, o con il 4-1-4-1; se invece si difendono con una prima linea composta da cinque, il sistema di gioco sarà il 5-3-2, o il 5-3-1-1 o col 5-4-1 (in qualche rara occasione abbiamo visto le squadre allenate da Bielsa o dai suoi tanti discepoli, difendersi con un inusuale 5-1-3-1).

Di contro nessuna squadra al mondo, in fase di possesso, ossia quando costruisce, resta con quattro uomini dietro, dal momento che, in fase di possesso, o sale l’esterno basso di sinistra, o si alza quello di destra, o salgono entrambi e si abbassa un mediano (eseguendo la classica “salida lavolpiana”, dal nome del tecnico argentino Ricardo La Volpe che per primo la praticò) in mezzo ai due centrali, o alla destra dei centrali o alla loro sinistra, oppure salgono entrambi gli esterni bassi e si resta coi soli due centrali a protezione della porta (costruzione 2+3).

Non è corretto parlare di 4-3-3, sta provando il 4-1-4-1

E, a voler essere precisi, anche in un’ipotetica “fase transitoria”, non è propriamente corretto parlare di “4-3-3”, dal momento che i tre di centrocampo, così come i tre d’attacco, in questa fase non si posizionano “in linea”, bensì o formano due “L” capovolte e speculari (e in tal caso avremo un 4-2-2-2 -o 4-4-2 con gli esterni alti- dal momento che l’intermedio di centrocampo sinistro e l’esterno alto di destra finiranno con ritrovarsi sovente sulla medesima altezza in campo) o, più frequentemente, si dispongono “a triangolo”. In tal caso, se i due triangoli (quello d’attacco e quello di centrocampo) hanno ambedue il vertice centrale rivolto verso il basso, allora è più corretto parlare di un 4-1-2-1-2 (o 4-4-2 col rombo, dal momento che il vertice basso del triangolo offensivo finirà col costituire il vertice alto del rombo di centrocampo); se invece ambedue i triangoli avranno il vertice centrale rivolto verso l’alto, allora sarà più corretto parlare di 4-2-1-2-1 (o 4-2-3-1, dal momento che il vertice alto del triangolo di centrocampo andrà a posizionarsi in mezzo ai due esterni offensivi); infine se i due triangoli si troveranno in posizione speculare, allora ci troveremo in presenza di un 4-1-2-2-1 (o 4-1-4-1, con un centrocampista che agisce da schermo davanti alla difesa e i due interni di centrocampo che agiranno sulla stessa linea degli esterni offensivi alle spalle della punta centrale).

Per tali motivi si può tranquillamente affermare che il Napoli di Conte, nelle ultime due uscite di questo precampionato (contro il Catanzaro e il Brest) ha giocato con un 4-1-4-1, dal momento che, in fase di non possesso, Lobotka si posiziona da “metodista” davanti alla linea difensiva di quattro uomini (Di Lorenzo, Rrahmani, Beukema e Olivera o Spinazzola) e dietro una batteria di quattro “trequartisti” composta da Neres a destra, De Bruyne e Raspadori centrali e Lang a sinistra che agiva, a sua volta alle spalle del centravanti Lucca.

Correlate