Gli arbitri cercano un insegnante di dizione ma costano troppo. E non ci sono soldi (Repubblica)
L'annuncio “mussoliniano” di Manganiello in Como-Lazio è diventato un problema. Ma le casse languono: gli addetti al Var hanno minacciato lo sciopero per stipendi arretrati

Gli arbitri cercano un insegnante di dizione, ma costano troppo. E non ci sono soldi (Repubblica)
Cambiano i tempi. Gli arbitri sono sempre stati contestati per le loro decisioni sul campo. Ora, invece, che sono costretti a parlare, sono contestati – sarebbe meglio dire derisi – perché comunicano in modo impacciato con quel tono stentoreo che Adriano Panatta (e non solo) ha paragonato ai discorsi mussoliniani di piazza Venezia.
Tutti i mestieri si evolvono, si adeguano ai tempi e quindi anche quello arbitrale. ora i direttori di gara devono parlare, (dopo quasi un secolo di silenzio, non hanno mi parlato!) e spiegare i cambi di decisione. Come ha fatto il povero Manganiello domenica scorsa in Como-Lazio. Con quel tono stentoreo, come se stesse comunicando l’ingresso in guerra. Per questo motivo – scrive Repubblica – l’associazione arbitri sta cercando un insegnante di dizione. Ma costa troppo: 150mila euro e le ex divise nere (a proposito di ventennio…) non navigano nell’oro, al punto che hanno rischiato lo sciopero degli addetti al Var.
Arbitri con sempre meno soldi
Scrive Repubblica con Matteo Pinci:
Sono mesi che il designatore Gianluca Rocchi è al lavoro per dotare la categoria di un “allenatore” che non si occupi dei muscoli degli arbitri, ma guidi le loro parole. Un coach di public speaking: un insegnante che trasmetta agli arbitri qualche nozione fondamentale per essere efficaci quando il microfono tornerà ad accendersi. Imparare a controllare il tono, a modulare la voce senza farsi trascinare dall’emotività o dalla tensione. A evitare insomma di sembrare un comunicatore del Ventennio. Contatti ci sono già stati, i preventivi sono molto cari — oltre 150 mila euro a stagione.
C’è solo un problema: i soldi. Da tutta l’estate l’associazione arbitri è una polveriera. La Federcalcio ha tagliato i fondi e il presidente Zappi ha dovuto placare i Var professionisti — si chiamano Video match official — che pretendevano alcune mensilità arretrate minacciando di scioperare per l’inizio del campionato se non le avessero ricevute. Le sezioni arbitrali invece si sono viste tagliare del 13% i contributi per il semestre luglio- dicembre. Ma una mano agli arbitri per calibrare il timbro serve. L’alternativa è abituarsi a trasformare ogni rigore deciso al Var in un vecchio cinegiornale.