Il calcio totale di Sarina Wiegman cresciuta dove a calcio giocavano solo i maschi, e allora lei si tagliava i capelli
Il Times dedica un ampio ritratto alla ct della Nazionale inglese femminile. Olandese, schietta fino ai limiti della brutalità, domani la finale con la Spagna per uno storico bis

England's coach Sarina Wiegman-Glotzbach is seen prior to the Australia and New Zealand 2023 Women's World Cup Group D football match between England and Denmark at Sydney Football Stadium in Sydney on July 28, 2023. (Photo by FRANCK FIFE / AFP)
Domani la nazionale inglese femminile di calcio affronta la Spagna nella finale dell’Europeo. L’Inghilterra si affida a Sarina Wiegman.
Quando Rinus Michels e Johan Cruijff predicavano la loro filosofia del “calcio totale” in giro per il mondo, Sarina Wiegman, nata nel 1969, era solo una bambina. Eppure, quella stessa filosofia ha permeato profondamente l’attuale commissario tecnico della nazionale di calcio femminile inglese, le cui “Leonesse” hanno il Dna calcistico olandese. L’Inghilterra, definita oggi una squadra “vera”, audace e tenace, si batte al ritmo olandese. E sono davvero tante le analogie con l’Antonio Conte che guida il Napoli. Bastone e carota, affetto dell’amico ma senza concedere sconti.
La federazione inglese ha atteso Wiegman per tredici mesi, annunciando il suo ingaggio nell’agosto 2020 e aspettando la scadenza del suo contratto con la nazionale olandese per averla finalmente nel settembre 2021. Quei mesi di attesa sono stati insignificanti rispetto ai 56 anni che Wiegman ha cancellato, sollevando il trofeo dell’Europeo in casa, nell’estate del 2022, un evento che ha segnato il lancio del calcio femminile in Inghilterra. Al suo arrivo nel ritiro inglese nel 2021, Wiegman portava con sé l’aura del successo, avendo già raggiunto ciò che tutti a St George’s Park desideravano disperatamente: vincere. Euro 2025 sarà il suo quinto torneo importante come capo allenatore, due con l’Olanda e tre con l’Inghilterra, e ha raggiunto la finale in tutte e cinque le occasioni. Le sue filosofie di allenamento sono rimaste costanti, ma ha affinato il suo approccio e le relazioni con le giocatrici.
Sarina Wiegman, una vita controcorrente
Il Times ne ha tracciato un ritratto alla vigilia della finale dell’Europeo contro la Spagna
Il carattere di Sarina si è formato a The Hague, nel Sud dell’Olanda, dove il calcio era precluso alle ragazze. Lei, imperterrita, si tagliava i capelli corti come un maschio e giocava con suo fratello. Spesso, crescendo, si sentiva dire: «le ragazze non dovrebbero farlo». Wiegman ha ignorato tutti. Nel 1988, in Cina, ha partecipato al suo primo torneo internazionale da adolescente. Il lusso dell’hotel White Swan era insolito per lei, e gli spettatori ridevano ad ogni passaggio sbagliato. Ha collezionato 99 presenze con l’Olanda. È diventata assistente allenatore della nazionale “Orange” nel 2014, e capo allenatore nel gennaio 2017, sei mesi prima dell’Europeo casalingo. Proprio come in Inghilterra nel 2022, Wiegman ha trasformato la pressione della nazione ospitante in un catalizzatore positivo. La sua schiettezza e la sua empatia furono subito evidenti: escluse il capitano Mandy van den Berg, che considerava un’amica, e quando Mary Earps e Millie Bright si sono ritirate dalla selezione per Euro 2025 adducendo affaticamento mentale e fisico, Wiegman ha chiarito di volerle in squadra, pur avendo fatto capire che non avrebbero avuto un posto da titolare garantito.
Comunicazione diretta e legami forti
Wiegman è rimasta colpita dall’abitudine inglese di aggirare gli argomenti difficili invece di affrontarli direttamente, preferendo un approccio schietto, tipicamente olandese. Ha chiesto a staff e giocatrici di essere diretti: «Potete dire quello che pensate ed essere comunque molto rispettosi», ha spiegato. Inizialmente infastidita dai gioielli e dagli orologi indossati dalle giocatrici, Wiegman si è col tempo rilassata, capendo che la fiducia riposta in loro favoriva la loro crescita. Man mano che i legami si sono rafforzati, è cresciuto anche il rispetto reciproco. Mentre altre squadre inglesi, maschili e femminili, hanno sofferto di rivalità interne, Wiegman ha concesso libertà di seduta e di creare autentiche amicizie.
Per Wiegman le panchinare non sono panchinare, sono “finisher”
Ha anche incoraggiato le giocatrici a condividere le loro storie calcistiche. Beth Mead, ala dell’Inghilterra, ha dichiarato alla Bbc: «Ci siamo rese molto vulnerabili… Sarina stessa si è resa davvero vulnerabile. Penso che questo ci dia molta più unione, molta più fiducia l’una nell’altra, siamo disposte a condividere momenti davvero difficili l’una con l’altra e come possiamo aiutarci a vicenda. Sarina ci ha inculcato questo come squadra. Lei ci copre le spalle, noi le copriamo a lei».
Wiegman è capace di abbracci, come quello dato a Michelle Agyemang dopo la semifinale, ma anche con brutale schiettezza. Ogni giocatrice conosce il suo ruolo nella squadra, sia come titolare che come “finisher” la sua definizione dei sostituti. Questo approccio si è dimostrato estremamente efficace in tutti e tre i tornei che ha affrontato.
Prosegue il Times:
Le piacciono le cene arrosto e il pollo tikka masala, così come la cultura sportiva ossessiva del paese. Ama rilassarsi con lo yoga e le passeggiate nella natura. (…) Trova sconcertante l’aumento dell’attenzione su di sé.