Del Bosque: «Nel calcio non c’è spazio per l’odio, in campo va sempre mantenuta la calma» (El Paìs)
"C'è un posto in particolare in cui il tecnico ha trovato virtù nella loro forma più pura: LaLiga Genuine Moeve. Una competizione che ha riunito circa 1.400 giocatori con disabilità intellettive"

Madrid (Spagna) 24/01/2017 - presentazione campagna 'Sin respeto no hay juego' / foto Alterphoto/Insidefoto/Image Sport nella foto: Vicente del Bosque
Vicente del Bosque, ex commissario tecnico della Spagna, ha rilasciato alcune dichiarazioni sull’odio generalizzato nel mondo del calcio. A seguire quanto riportato da El Paìs.
Le parole di Del Bosque
“«Qual è la cosa migliore del calcio? Dopo tanti anni di esperienza, direi: quasi tutto». È diventato forse l’industria dell’intrattenimento più globale. Tuttavia, quando Vicente del Bosque (Salamanca, 1950) guarda a questo sport, non perde mai di vista i valori che continuano a costituirne il patrimonio genetico, la sua amata essenza: lavoro di squadra, rispetto, integrazione. Ciò che rende il calcio ciò che è”.
“E, in particolare, dice Del Bosque, c’è un posto in cui ha trovato tutte queste virtù nella loro forma più pura: LaLiga Genuine Moeve. Una competizione che ha riunito circa 1.400 giocatori con disabilità intellettive in questa stagione, alla sua settima edizione. Con la maglia rossonera, la capitana della Fondazione del Club Atlético de Madrid, Inés Collado (Madrid, 1993), era lì, a dare ragione a Del Bosque. «Questo è un calcio diverso. Qui, prima di competere, condividiamo», dice Collado”.
“Dove sono comuni scene come quelle descritte da Del Bosque: avversari che, quando segnano o subiscono un gol, festeggiano insieme, che si abbracciano al fischio finale dell’arbitro. Un vero esempio per il calcio professionistico. Collado gioca a calcio da quando aveva 8 anni e aver potuto partecipare a diverse edizioni di questa competizione, è stata l’esperienza più bella. Poi è lei stessa a porre qualche domanda a Del Bosque”.
“Del Bosque racconta che quando la Spagna perse la prima partita del Mondiale 2010 contro la Svizzera e il morale crollò, voleva apparire sicuro di sé, mostrando la fiducia che riponeva in quel gruppo di giocatori e nello stile che li aveva portati fin lì. Racconta anche di aver sempre cercato di mantenere buoni rapporti nello spogliatoio. L’importanza della squadra rispetto ai singoli non è solo un mantra teorico. «Sai chi ha aiutato Casillas a indovinare il rigore contro il Paraguay che ci ha salvato e ci ha fatto passare? Pepe Reina, il sostituto, dalla panchina»”.
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“Alla domanda se Del Bosque è mai stato insultato dagli avversari o dai tifosi rivali risponde che «probabilmente è successo ma ho sempre voluto mantenere la calma in campo, di fronte a chi perdeva la calma. Il calcio non può essere usato come veicolo di odio, ed è per questo che difendo le iniziative della Liga nello sradicare tali manifestazioni. Esse sono di minore importanza ma macchiano lo sport. E spero che la prossima volta che me lo chiederanno potrò rispondere che tutto, assolutamente tutto, nel calcio è positivo. Sia per chi lo gioca sia per i tifosi che lo apprezzano».