Auguri ad Antonio Conte: ne ha bisogno. Altro che retorica del miracolo, da lui la piazza si attende “almeno” lo scudetto
Dal Corsport. Stanno cucendo addosso al Napoli l'abito di super favorito. Ma le squadre devono trovare i propri equilibri, altrimenti sono dolori. E l'idillio con la piazza è figlio dello scudetto, fu sommerso di critiche lo scorso anno

Mg Napoli 23/05/2025 - campionato di calcio serie A / Napoli-Cagliari / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Antonio Conte
Auguri ad Antonio Conte: ne ha bisogno. Altro che retorica del miracolo, da lui la piazza si attende “almeno” lo scudetto
C’è un’aria strana attorno al Napoli. Sembra che abbia condotto in porto una campagna acquisti da urlo. E francamente è tutto da verificare. Una cosa è rendere la rosa più profonda e un altro è migliorare gli undici di partenza. Ne ha scritto il professore Guido Trombetti oggi sul Napolista. In città regna un clima di euforia. Non si parla di triplete ma quasi. Antonio Conte, spesso accusato di andare alla ricerca di situazioni win-win, stavolta ci sembra invece che sia in una situazione del tutto opposta: non diciamo lose-lose ma di certo lontana anni luce dalla retorica del miracolo su cui – a nostro avviso giustamente – ha battuto per tutta la scorsa stagione.
Oggi è il compleanno del tecnico del Napoli, compie 56 anni. E riportiamo qui un ampio stralcio dell’articolo che Massimiliano Gallo ha scritto per il Corriere dello Sport di oggi.
Auguri ad Antonio Conte. Per il compleanno ma anche per la stagione che verrà. Gli serviranno. E tanto. I suoi detrattori (non proprio pochissimi) lo hanno sempre accusato di furbizia, di andare a cercarsi situazioni apparentemente complesse, di cui lui sapientemente ingigantiva i problemi per poi definire veri e propri miracoli le vittorie. L’ultimo esempio è proprio il Napoli. Ma è accaduto al Chelsea, all’Inter, meno alla Juventus dove effettivamente nessuno avrebbe scommesso sul suo successo al primo anno. Adesso, però, le cose sono cambiate. Conte ha sì vinto uno scudetto che solo lui avrebbe potuto vincere. Ma questo è il passato. Ora tutta l’Italia si sta divertendo a cucire addosso a lui e al Napoli l’abito di super favorito. Persino il festeggiato, nella conferenza di Dimaro, non è riuscito a districarsi e ha accettato il ruolo di favorito tra favoriti. È impossibile sottrarsi quando hai De Bruyne in squadra e una campagna acquisti che spicca il triplo visto che va raffrontata col passo da tartaruga delle altre.
Conte fa bene a dire «amma fatica’ chhiù assaje»
LAVORO. Eppure Conte ha perfettamente ragione quando dice: «amma fatica’ chhiù assaje». Le squadre non sono il risultato di addizioni matematiche. Sono l’effetto di lavoro, di cura dei dettagli e, perché no, di alchimie magiche. Ciascuna squadra vincente deve trovare un proprio equilibrio, altrimenti l’ingranaggio non funziona. Puoi avere anche undici fuoriclasse. Al Real Madrid, lo scorso anno, è bastato togliere Kroos e mettere Mbappé per far saltare tutto. E mentre la propaganda strombazza che il Napoli è super favorito, lui, Antonio Conte, queste cose le sa benissimo.
È un lavoro per spalle larghe, larghissime, come sono quelle del tecnico che a Napoli a livello ambientale ha vissuto una stagione più complicata di quanto raccontato. Negli occhi è rimasta solo l’immagine del bus scoperto e della città che lo acclamava. Il resto lui lo ricorda fin troppo bene. Potremmo sintetizzarlo in una sua frase in risposta all’ennesima domanda sulle vittorie sofferte e il gioco poco spettacolare: «Stiamo raschiando il fondo del barile, se non volete nemmeno soffrire io mi arrendo con questa piazza». Ma quest’anno il barile è bello grande e le aspettative ancora di più. Parafrasando Clark Kent mentre si toglieva i panni dell’impacciato giornalista e indossava la tuta del supereroe, «questo è un lavoro per Antonio Conte». Auguri mister, lei sa che ne avrà bisogno.