Pio Esposito: se l’Italia non fosse intrisa di nonnismo, la Nazionale avrebbe trovato il centravanti
Yamal non ne ha nemmeno 18. Da noi non c'è la competizione, ci sono le graduatorie, stai al tuo posto che a 48 anni avrai la cattedra. La frase è: “Ora attenti a non bruciarlo”

Inter Milan's Italian forward #94 Francesco Pio Esposito (R) celebrates scoring his team's first goal during the FIFA Club World Cup 2025 Group E football match between Italy's Inter Milan and Argentina's River Plate at the Lumen Field stadium in Seattle on June 23, 2025. (Photo by Pablo PORCIUNCULA / AFP)
Pio Esposito: se l’Italia non fosse intrisa di nonnismo, la Nazionale avrebbe trovato il centravanti.
Ah se l’Italia fosse un paese europeo. Se non avesse il Dna intriso di nonnismo, di frasi del genere: “è giovane” (che da noi equivale a: non è buono); “si farà” (per dirla alla De Gregori, anche se non ci pare che Pio Esposito abbia le spalle strette); “deve ancora farsi le ossa”; “ora attenti a non bruciarlo”. Ma che vuol dire “attenti a non bruciarlo?”. Per non bruciarlo lo teniamo fermo fin quando di anni non ne compirà 24-25? Lui in realtà è già bello che maturo. Quasi vecchiotto se lo paragoniamo a Yamal che solo il 13 luglio compirà diciotto anni.
Francesco Pio Esposito da Castellammare di Stabia è un centravanti fatto e finito. Che ovviamente può migliorare e migliorerà. Ma può giocare tranquillamente in prima squadra. Anche nell’Inter. Soprattutto nell’Inter. E può fare il titolare. A rotazione, ma può farlo. Hanno giocato Taremi e Arnautovic, vuoi vedere che non può giocare lui? Come ha fatto la scorsa notte al Mondiale per Club. Chivu lo ha schierato contro il River Plate e lui ha segnato un gol da centravanti vero. Ha ricevuto il pallone in area, se l’è spostato sul destro e ha calciato forte, rasoterra sul palo lontano. Gol. Inter prima nel girone, River Plate a casa. Nello Spezia quest’anno tra campionato e play-off ha segnato 19 gol. Nell’Under 21 è a quota sette in undici partite. In Nazionali come l’Inghilterra e la Spagna, ma anche la Germania, sarebbe stato già convocato da un pezzo. Da noi c’è la trafila del nonnismo, le gerarchie da rispettare, aspetta il posto tuo che a 48 anni avrai la cattedra. Non c’è la competizione da noi, ci sono le graduatorie. È diverso. Serve rispetto per chi è lì in fila da più tempo.
Intanto, giustamente, Chivu ha fatto i complimenti alla famiglia Esposito che ne ha sfornati tre di calciatori: Salvatore, Sebastiano e appunto lui, Francesco Pio. Che sembra quello con più frecce al proprio arco. Perché ha anche il fisico. È alto un metro e novanta, anzi e novantuno. Sa segnare. È grosso. Sa difendere la palla. Bisogna solo buttargli un pallone, lui corre per prenderlo e magari buttarlo dentro. Chivu zitto zitto sta provando a rianimare l’Inter. Fin qui, sembra poco italiano. Ma non nel senso tattico del termine (quello è un plus, mica un minus). Nel senso della mentalità. Speriamo che resista.
Nel resto d’Europa non ci sarebbe nemmeno dibattito. Francesco Pio Esposito sarebbe in Nazionale da mesi. In Norvegia il centravanti titolare lo avrebbe fatto lui. Immaginate che sarebbe successo da noi? Un calciatore della Juve Stabia di nemmeno vent’anni centravanti titolare della Nazionale. Noi che siamo abituati a prostrarci ai piedi del calcisticamente ottuagenario Acerbi per farci persino respingere. Magari Gattuso ha voglia di stupirci. Lui e Buffon. Risparmiandoci le tirate sull’esperienza. Hai visto mai…