De Bruyne sprizza calcio in ogni posizione, è un’eccellenza che cambierà il Napoli (e anche McTominay)
Con Guardiola ha giocato ovunque e ovunque ha illuminato e servito assist. Lukaku con lui segna gol a grappoli. Nel 4-3-3 può sostituire uno tra Anguissa e Lobotka, otturando lo scozzese

Kazan (Russia) 06/07/2018 - Mondiali di calcio Russia 2018 / Brasile-Belgio / foto Imago/Image Sport nella foto: esultanza gol Kevin De Bruyne ONLY ITALY
Coprire un buco in organico (nel modo più sensazionale possibile)
Ci sarà tempo per metabolizzare il gigantesco impatto mediatico e commerciale dell’arrivo di Kevin De Bruyne. Per il Napoli, però, il fuoriclasse belga rappresenta innanzitutto un grande investimento dal punto di vista tecnico. Perché, di fatto, De Laurentiis e Manna – oppure Manna e De Laurentiis, come preferite – hanno riempito uno dei buchi che c’erano nell’organico di Conte. E l’hanno fatto nel modo più sensazionale possibile.
Per dirla in poche parole: al Napoli mancava un centrocampista creativo, un interno/mezzala che in qualche modo potesse essere una fonte di gioco – di assist, soprattutto – in fase offensiva. Ecco, appunto: Kevin De Bruyne è il miglior centrocampista creativo della sua generazione. Ci sarebbero tantissimi numeri da poter snocciolare ma noi ne snoccioleremo solo uno, proprio quello relativo agli assist: nelle sue dieci stagioni al Manchester City, guardando solo ed esclusivamente alle gare di Premier League, ne ha serviti 118. Inutile aggiungere che si tratta del record assoluto guardando a tutti i cinque campionati top in Europa (Inghilterra, Spagna, Italia, Germania e Francia).
Nel 4-3-3 che Conte ha disegnato e utilizzato per la maggior parte della stagione 2024/25, mancava un giocatore dalle caratteristiche di De Bruyne. E allora il compito di iniettare creatività nel gioco del Napoli è stato svolto, a turno, da diversi elementi: Spinazzola, McTominay, gli esterni offensivi (Politano e David Neres) che si accentravano, oppure anche Raspadori in versione mezzala/sottopunta. I risultati non sono stati così modesti, in fondo il Napoli ha vinto il campionato, ma i numeri sono numeri. E i numeri dicono che il miglior assistman stagionale del Napoli (con 10 passaggi decisivi) è stato Romelu Lukaku. Politano, McTominay e Anguissa si sono fermati a 4, appena uno in più rispetto a quelli messi insieme da Khvicha Kvaratskhelia. Che però, come ricorderete, è andato via a gennaio.
Dove mettere Kevin De Bruyne?
Questa premessa è servita a capire perché è stato preso Kevin De Bruyne, cosa andrà a fare nel Napoli di Conte. Ora, però, è interessante iniziare a studiare/capire come e dove eserciterà questa sua funzione creativa. La prima ipotesi, la più semplice e immediata, è quella per cui il centrocampista belga andrà a occupare lo slot che fino a quest’anno è stato di Zambo-Anguissa. Che, viene da dire non a caso è uno dei nomi più chiacchierati del Napoli in chiave-cessione. In questo modo, KDB andrebbe a ricoprire un ruolo – tra i tantissimi che ha sperimentato in carriera, tra un attimo ne riparleremo – che gli appartiene in maniera particolare, forse più di tutti gli altri, e potrebbe svariare dietro il tridente con assoluta libertà di inserirsi, di muoversi negli spazi, di connettere costantemente centrocampo e attacco.
Un’ipotesi di 4-3-3 con KDB e gli attuali giocatori nell’organico di Conte
Con questa nuova/vecchia disposizione, però, De Bruyne andrebbe anche a “otturare” la dinamica tattica che, di fatto, ha permesso al Napoli di vincere lo scudetto: il continuo supporto offensivo, proprio come un attaccante aggiunto, di Scott McTominay. È facile capire ciò che intendiamo: se KDB dovesse essere schierato come mezzala del 4-3-3, gli verrebbe naturale pensare e agire come uomo-cuneo tra quel sistema di gioco e il 4-2-3-1, andrebbe a muoversi dentro e dietro le linee degli avversari, sulla trequarti, negli halfspace, andrebbe a “tirare fuori” i centrali avversari con le sue incursioni, ad aggredire l’area di rigore. A quel punto, per una questione di equilibri in fase di transizione, cioè in caso di possesso perduto e ripiegamento difensivo, il Napoli si ritroverebbe con un solo centrocampista in copertura. A meno che, come detto, McTominay non riduca i suoi proverbiali ingressi in area di rigore.
De Bruyne non può essere Anguissa
È chiaro, quest’anno il Napoli ha portato spesso Anguissa e McTominay dentro l’area avversaria. Anzi, nelle sue migliori partite stagionali la grande forza della squadra di Conte è stata proprio quella di riuscire a rimanere equilibrata nonostante le due mezzali si associassero contemporaneamente alla prima punta. Sia sui cross dalle fasce che sulle imbucate centrali. Ci sono i numeri a testimoniarlo: dopo Lukaku e McTominay, il terzo marcatore stagionale del Napoli è proprio Anguissa (6 gol realizzati). Il punto, però, è che le caratteristiche – fisiche, atletiche, anche tecniche – di KDB sono differenti rispetto a quelle del camerunese. E allora è complicato, per non dire sconsigliabile, pensare che il centrocampista belga possa fare un costante lavoro a pendolo tra fase difensiva e offensiva.
Insomma, De Bruyne non può essere il sostituto di Anguissa. O meglio: inserirlo come mezzala nel 4-3-3, quantomeno nel 4-3-3 ideato da Conte per il Napoli 2024/25, finirebbe per depotenziare McTominay o lo stesso centrocampista belga. A meno che la squadra azzurra non cambi un altro tassello, ovvero Lobotka: con un centromediano più fisico, dalla corsa più possente, si potrebbe imaginare un 4-3-3 con McTominay invasore dell’area avversaria e De Bruyne ispiratore sulla trequarti.
A quel punto, naturalmente, il Napoli potrebbe cambiare pelle anche dal punto di vista dei principi di gioco. Potrebbe cioè trasformarsi/evolversi in una squadra iper-verticale, pensata e costruita per attaccare saltando il centrocampo, andando direttamente alla ricerca delle punte. In questo senso, il fatto che l’attuale centravanti del Napoli sia Romelu Lukaku è una vera e propria garanzia. Come dire: è piuttosto ragionevole pensare a uno snellimento della costruzione dal basso se hai una prima punta con le caratteristiche di Lukaku. Il quale, per altro, ha un’intesa piuttosto profonda con KDB – ma anche di questo parleremo tra un attimo.
Un Napoli (più) fluido e (più) cangiante
Ovviamente l’eventuale addio o il ridimensionamento della centralità di Lobotka non sono l’unica soluzione possibile. Anche perché non è detto che il 4-3-3 di cui abbiamo parlato finora sia l’unica soluzione possibile. Un’altra idea, per esempio, potrebbe essere quella di un Napoli che parta dal 4-3-3 e che costruisca gioco in maniera diversa, magari con una difesa a tre, con Di Lorenzo (o l’esterno di sinistra) interno di centrocampo accanto a Lobotka, con una linea di cinque giocatori d’attacco composta dai due laterali offensivi, da De Bruyne, McTominay e dalla prima punta. Una sorta di 3-2-5 in cui la proiezione offensiva dei terzini è meno costante, diciamo così:
Un possibile 3-2-5 del Napoli (da considerare in fase di costruzione)
A partire da questo sistema, agendo ovviamente in base alla partita e alla squadra avversaria di turno, Conte potrebbe anche pensare a un Napoli ancora più audace, con Di Lorenzo (oppure Spinazzola dall’altro lato) che vanno ad aggiungersi ai due centrocampisti, creando una sorta di 2-3-5 in fase di possesso palla. In ogni caso, però, è difficile pensare a un Napoli che giochi col 4-3-3, che tenga in campo De Bruyne, McTominay e Lobotka e che porti in avanti entrambi i laterali bassi. Come dire: da qualche parte bisognerà pur togliere qualcosa, per non compromettere troppo l’equilibrio tattico.
Nulla, però, vieterebbe – e quindi vieterà – a Conte di immaginarsi e di costruire un Napoli ancora più fluido e più cangiante di quello visto nell’ultima stagione. In questo senso, una delle opzioni praticabili potrebbe essere il passaggio/ritorno alla difesa con tre centrali puri (o con Di Lorenzo braccetto), due esterni a tutta fascia e l’inserimento di De Bruyne alle spalle del centravanti. Come sottopunta in un ideale 3-5-1-1. Oppure come trequartista dietro due punte, in un 3-4-1-2. Oppure ancora come invasore sulla stessa linea di McTominay, in una sorta di 3-4-2-1 che permetterebbe a Conte di schierare, tutti contemporaneamente, Lobbotka, Anguissa, De Bruyne e McTominay. L’equilibrio e la copertura che mancherebbero nel 4-3-3 sarebbe garantita dalla presenza dei tre centrali puri.
Dall’alto: un’ipotesi di 3-5-1-1, un’ipotesi di 3-4-2-1 e un’ipotesi di 3-4-1-2
La verità è che De Bruyne può fare tutto
Ci sono poi delle ipotesi più visionarie, viene da dire più esotiche, che però trovano riscontro nella carriera di De Bruyne. Che al Manchester City, grazie ai continui cambiamenti di Pep Guardiola, ha praticamente ricoperto tutti i ruoli dal centrocampo in su. No, non stiamo esagerando: Transfermarkt, che da questo punto di vista è una specie di Bibbia inappellabile, segnala – sempre guardando agli ultimi dieci anni – come KDB abbia giocato oltre 60 partite da esterno d’attacco (a destra e a sinistra), da seconda punta e persino come prima punta. Trovate tutto su questa pagina, in cui si legge anche dei 177 (!) assist accumulati in tutte le competizioni durante la sua esperienza con i Citizens.
Di fatto, quindi, Kevin De Bruyne sa fare e quindi può essere tutto. E allora non è assurdo immaginare, per esempio, che Conte in alcune gare possa utilizzarlo come fatto con McTominay nel finale di campionato, come esterno sinistro di un 4-4-2 spurio. Oppure come backup di Politano e/o David Neres nel 4-3-3, ovviamente con attribuzioni diverse che finirebbero per rendere asimmetrico il modulo del Napoli. Insomma, c’è un’ampia varietà di soluzioni. Che potrebbe diventare ancora più ampia, perché il calciomercato è appena cominciato e quindi le attuali gerarchie di Conte potrebbero essere stravolte da un giorno all’altro.
Gli impegni del Napoli, il cocktail di Conte
Inoltre, per fortuna, il prossimo anno il Napoli non dovrà giocare solo in campionato. Il presidente De Laurentiis l’ha detto in tutte le sue manifestazioni pubbliche delle ultime settimane, come se lo volesse sottolineare, per altro scandendo perbene i nomi dei quattro tornei a cui parteciperà il suo club: Serie A, Champions League, Coppa Italia e Supercoppa Italiana.
E allora è doveroso pensare che Conte ripeta quanto fatto nell’ultima stagione, cioè mescoli costantemente concetti e moduli di gioco, si sbizzarrisca nel trovare nuove soluzioni e nel creare nuove sinergie. Alla fine le vittorie decisive per lo scudetto sono arrivate nonostante delle assenze che hanno ridotto la sua rosa ai minimi termini, grazie a soluzioni creative su cui ha lavorato in allenamento e che poi ha saputo alternare anche nel corso delle partite. Certo, nella stagione 25/26 ci sarà meno tempo per lavorare su certi cambiamenti durante le settimane, è già certo che il Napoli dovrà affrontare almeno nove gare in più (otto di Champions, una di Supercoppa) rispetto all’annata appena finita. Ma Conte ha dimostrato di poter indossare bene anche gli abiti dell’alchimista, di saper preparare dei cocktail tattici in grado di sorprendere i suoi avversari.
Romelu Lukaku
Come detto in precedenza, sempre parlando di De Bruyne, il tecnico del Napoli ha anche un’ottima base da cui partire fin da subito: la straordinaria intesa maturata tra KDB e Romelu Lukaku nelle gare giocate in Nazionale. I numeri, in questo senso, sono davvero clamorosi: con la maglia rossa del Belgio, il centravanti ex Inter e Roma diventa una macchina da gol praticamente inarrestabile, lo dicono i suoi 89 centri in 124 gare ufficiali. Sempre guardando alle gare internazionali, De Bruyne ha accumulato un totale di 51 assist, di cui 13 per l’attuale attaccante del Napoli (fonte Transfermarkt). Poco meno di uno su tre.
Ecco, qui si torna inevitabilmente al punto di partenza. Al fatto che De Bruyne sia arrivato a Napoli per continuare a essere/fare quello che ha sempre fatto, ovvero servire gli attaccanti – specialmente Lukaku – e creare gioco. Per farlo con qualità, con personalità, dall’alto di un valore assoluto che non ha eguali, almeno in questo momento, tra tutti i centrocampisti nella rosa di Conte. E probabilmente nell’intera Serie A. Proprio perché stiamo di un calciatore del genere, è fondamentale dargli una collocazione che gli permetta di esprimersi al meglio. Insomma, Conte avrà un nuovo rebus da capire e da risolvere. Però, come dire: ad avercene sempre, di questi problemi.