Tra Conte e De Laurentiis un matrimonio adulto, di interessi e convenienza
Era tutto pronto per l'addio e nessuno dei due avrebbe sventolato fazzoletti. Meglio per tutti, basta non dimenticare che torneranno sia le tensioni sia l'insofferenza dell'ambiente per il tecnico

Mg Napoli 23/05/2025 - campionato di calcio serie A / Napoli-Cagliari / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Aurelio De Laurentiis-Antonio Conte
Tra Conte e De Laurentiis un matrimonio adulto, di interessi e convenienza
Prima di voltare definitivamente pagina, è doveroso riportare quel che è accaduto in questi convulsi giorni. Dagospia ha chiarito tanti aspetti. Ne aggiungiamo qualcun altro. Antonio Conte sarebbe andato ben volentieri alla Juventus. Era pronto a farlo. Ma alla sua Juventus. Alla Juventus che lui ricordava. E che non esiste più. Perché Conte è legato sentimentalmente alla Juventus. È il club che lo ha fatto crescere. Lavorare con Boniperti, Trapattoni, poi Lippi, sono esperienze che ti formano, che fanno la differenza nella vita delle persone.
Oggi, però, i bianconeri sono un club allo sbando. Lui parlava con Chiellini ma Chiellini non ha poteri decisionali. L’area tecnica era tutta in mano a Giuntoli che ancora doveva essere licenziato. John Elkann vive nella dimensione internazionale dei grandi imprenditori. Eppure è lui che muove, soprattutto è lui che firma. Conte si sarebbe aspettato ben altro tempismo. Si sarebbe aspettato un club con l’argento vivo addosso. Ha trovato una società dove più o meno nessuno sapeva quello che stava facendo l’altro. Lo diciamo per gli juventini che in questi giorni hanno gridato al tradimento. Conte è andato anche all’appuntamento con la Juventus, il punto è che non si è presentato nessuno. Almeno nessuno con poteri reali. A questo quadro confuso aggiungiamo anche il Mondiale per club che rende poco chiare le date d’inizio lavori della prossima stagione per Inter e Juve. Giusto per completare un quadro confuso che Conte mai si sarebbe aspettato. Ha atteso qualche giorno ma ha capito quel che ormai hanno scritto tutti, che la Juventus dei ricordi è lontana parente di quella attuale.
De Laurentiis non si sarebbe disperato per l’addio di Conte
A questo punto entra in campo De Laurentiis che in questi mesi ha dato prova, per l’ennesima volta, di grande saggezza imprenditoriale. Non ha mai risposto a nessuna stilettata del tecnico leccese. È rimasto lontano. Ha lasciato sbollire. Con Allegri parlava da tempo. L’esperienza Spalletti lo ha segnato. Non si farebbe mai più cogliere impreparato. Lui e Allegri si piacciono. Si stimano. Era l’uomo giusto per sostituire Conte il cui addio non era più un mistero per nessuno nel Napoli. Tant’è vero che il presidente di fatto lo congeda alla cena augurandogli i migliori successi e aggiungendo «merita rispetto» perché conosce la sua prossima meta.
De Laurentiis, va sottolineato, non si sarebbe disperato per l’addio di Conte. Immensa gratitudine per l’allenatore del quarto scudetto ma anche la consapevolezza che il Napoli sta acquisendo una solidità slegata dal tecnico di turno. Dalla cessione di Kvara in poi i rapporti tra i due sono stati molto sfilacciati per non dire praticamente nulli. Ma se Conte cambia idea, perché liberarsi dell’allenatore che ha compiuto un’impresa straordinaria? Non c’è motivo. Le frizioni personali fanno parte del gioco. La conflittualità è connaturata ai luoghi di lavoro. Andrebbe creata una formula per valutare l’indice di conflittualità sui luoghi di lavoro: più zeri hanno gli stipendi, più è alto il coefficiente. De Laurentiis ha preso atto della novità. E si è mosso con la capacità seduttiva che tutti gli riconoscono. Un premio contrattuale all’allenatore (meritato: non sarà stato un miracolo ma secondo noi nessun altro tecnico avrebbe vinto lo scudetto quest’anno con il Napoli), De Bruyne alle porte, acquisti tanti e rapidi. Un trattamento da star simboleggiato dal presidente che apre al tecnico la portiere dell’automobile e da quella frase impegnativa: «Asseconderò Conte in tutto quello che avrà voglia di fare per rafforzare il Napoli». Lo show che al presidente tanto piace.
Come avrete notato, abbiamo tralasciato la mozione degli affetti. Ci perdonerete ma in questa vicenda ha contato zero. Ricordiamo che la moglie di Conte neanche vive a Napoli. A noi quel che è accaduto sembra solo un altro passaggio nella crescita del club. Si sta insieme perché conviene a tutti. Economicamente e professionalmente. Oggi il Napoli è un club più solido e organizzato della Juventus. È un fatto. Senza però dimenticare né le tensioni degli ultimi mesi né che l’addio sembrava cosa fatta e che il piano B era bello che pronto. Nessuno avrebbe sventolato fazzoletti. Le tensioni torneranno. Si affronteranno. O comunque si convivrà con esse.
Un ultimo pensiero va alla piazza. Se Pedro avesse sbagliato il rigore, Conte nemmeno sarebbe potuto tornare a Napoli. Ora sono tutti contiani (ci pare che dopo Napoli-Genoa eravamo rimasti non tantissimi). Fino al prossimo zero a zero con possesso palla sotto il 50% e appena due sostituzioni fatte nonostante la faraonica campagna acquisti.