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Pagelle – Nel Conclave tricolore, il Napoli è entrato da papa e rischia di uscire da cardinale

Insieme con la paura, ora cali pure il silenzio sulla città. Che sia una settimana di deserto fatto di sussurri oranti, anche per espiare le certezze blasfeme degli ultimi giorni

Pagelle – Nel Conclave tricolore, il Napoli è entrato da papa e rischia di uscire da cardinale
Ni Napoli 11/05/2025 - campionato di calcio serie A / Napoli-Genoa / foto Nicola Ianuale/Image Sport nella foto: Giacomo Raspadori-Juan Jesus-Matteo Politano

Le pagelle di Napoli-Genoa 2-2, a cura di Fabrizio d’Esposito

MERET. Per molti versi, è l’emblema di questo pareggio che azzera il fatidico bonus azzurro e fa calare una notte infinita di paura su noi tifosi. Dapprima la malaciorta dell’autogol sulla cabeza dell’aversano Ahanor, indi deve assumersi l’onere di impostare quattro, cinque volte, tra i fischi nervosi del Maradona, per l’inanità talvolta oscena di Billy the Kid e Zambo. E così termina la sua partita da Calimero a causa di un’altra cabeza, quella di Vasquez, che segna su un traversone banale e prevedibilissimo che né l’uruguagio né lo scellone appena entrato riescono a beccare – 5,5

DI LORENZO. Il primo pareggio genoano vede il predetto aversano solingo proprio nella sua zona. Nell’offesa l’Eurocapitano stavolta non è continuo ma sono suoi due servizi che potevano essere decisivi: al 23’ per Giacomino (tiro respinto) e al 55’ per Zambo (tiro loffio a due passi dalla porta rossoblù) – 6

RRAHMANI. Il Genoa non tira due volte in porta, ma tre conteggiando la traversa di Pinamonti e in ogni caso la difesa azzurra abballa per sette lunghissimi minuti nel primo tempo, fino all’autorete merettiana. Amir è comunque il meno peggio, anche se stasera i palloni dal cielo spargevano sempre terrore puro – 6

OLIVERA. Come dice il Maestro Conte sono i dettagli a fare la differenza e Mati l’Uruguagio fa colpire la traversa a Pinamonti, di testa, e nel finale è correo con Filippo il Lungo della cabeza fatale di Vasquez. Senza dimenticare un po’ di cappellate nella melina dal basso – 5

SPINAZZOLA. Anche Zio Spina sbaglia tanto, epperò le sue incursioni quando riescono sono sovente perigliose – 6

POLITANO. Tra dribbling, cross, assist e tiri, è decisamente immune dalla maligna paralisi che a fasi alterne congela anima e corpo di tanti suoi compagni. E’ vero poi che quel cross di Martin è un po’ colpa sua, ma un paio di interventi risolutivi in difesa sono suoi – 6,5

NERES dall’88’. Ora speriamo di vederlo a Parma – senza voto

ANGUISSA. Il suo tuttocampismo, stasera, assomma una serie incredibile di errori, dalla difesa all’attacco – 4,5

LOBOTKA. Appena tredici minuti alla diciassettesima di ritorno. Un’altra vittima della malaciorta, il nostro Caro Lobo – 6

GILMOUR dal 13’. La sua prestazione mediocremente gestionista spiega perché il Maestro in panca ha fatto di tutto per mandare in campo Lobo. Tra lui e Zambo, il centro diventa la rappresentazione del nulla – 5

McTOMINAY. Riduttivo, molto riduttivo dire che McDomine è l’unico a salvarsi nella terra di mezzo. Perché lo scozzese è uno e trino in maniera leonina nella settimana del nuovo papa: a Scott il Rosso la pressione dell’Inter a 77 grazie al Toro versione Scansuolo fa triplicare le forze e così anziché segnare fa segnare due volte. I gol di Lukakone Nostro e Giacomino sono soprattutto merito suo – 8

LUKAKU. Là davanti c’è vita anche grazie a lui, gol a parte – 6,5

RASPADORI. Un gol e altri tre tiri nella porta: Giacomino ancora una volta è Raspad’oro, seppure in una serata che proprio bella non è – 7

BILLING dal 73’. Contribuisce a far segnare Vasquez e poi si trangugia, di testa of course, il gol della vittoria – 4,5

CONTE. Insieme con la paura, ora cali pure il silenzio sulla città. Che sia una settimana di deserto fatto di sussurri oranti, anche per espiare le certezze blasfeme degli ultimi giorni. Nel Conclave tricolore, il Napule è entrato da papa e rischia di uscire da cardinale: adesso le speranze di ottimisti e pessimisti sono riposte nell’Uomo in panca specializzato in miracoli. Dalle sue urla di stasera, si dedicherà soprattutto ad allenare la testa dei suoi soldati, ripetendo loro quello che ha detto Leone XIV ai giovani nella sua prima domenica da papa: “Non abbiate paura”. Il resto è noia, per citare Conte che cita Califano (peraltro originario di Pagani) – 7

ARBITRO PICCININI. Scimmiotta parecchio i colleghi albionici, a conferma del virus che ha colpito gli arbitri italici. Ma l’imitazione è decisamente insufficiente – 5

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