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Il Napoli di De Laurentiis vince perché è una società solida e forte, non per i miracoli di Spalletti e Conte (Polito)

Sul Corrmezz. Due scudetti in tre anni segnerebbero l’ingresso definitivo nel Gotha del calcio italiano. Si vince con il rigore e l’attenzione ai conti

Il Napoli di De Laurentiis vince perché è una società solida e forte, non per i miracoli di Spalletti e Conte (Polito)
Ni Napoli 24/11/2024 - campionato di calcio serie A / Napoli-Roma / foto Nicola Ianuale/Image Sport nella foto: Aurelio De Laurentiis

Il Napoli di De Laurentiis vince perché è una società solida e forte, non per i miracoli di Spalletti e Conte (Polito)

Antonio Polito (notoriamente e intensamente interista) sul Corriere del Mezzogiorno torna a occuparsi di calcio e di Napoli, soprattutto di Aurelio De Laurentiis. Parte dal libro di Luciano Spalletti e dalle rivendicazioni postume dell’ora ct della Nazionale (libro a nostro avviso intriso di rancore) e arriva ai giorni nostri col Napoli che si sta giocando lo scudetto proprio contro l’Inter.

Scrive Polito:

L’allenatore (Spalletti, ndr) spiega che se n’è andato perché è stato trattato male da Adl, il quale si è comportato da padre-padrone e non ha riconosciuto a lui e alla dirigenza il merito del trionfo calcistico. Si ripete così una tesi molto popolare a Napoli (e sono sicuro che il confutarla renderà me molto impopolare): che cioè lo scudetto l’hanno vinto Spalletti e Giuntoli, il primo con la sua tattica, il secondo col suo mercato. 

Polito prosegue e scrive che la realtà sta smentendo la tesi del signor Luciano e di una fetta di tifosi.

Il Napoli è in testa al campionato, in corsa per il suo secondo scudetto in tre anni (anche qui siete autorizzati a tutti gli scongiuri del caso). E senza Giuntoli e Spalletti, ma con un altro allenatore e un’altra dirigenza. Anzi, se vogliamo dirla tutta, con una rosa che forse è perfino inferiore a quella dell’anno di Spalletti, anche se non così risicata come Antonio Conte, maestro dell’auto commiserazione, tende a far credere. Perché De Laurentiis quest’anno la campagna acquisti l’ha fatta, nonostante l’unico e non piccolo neo di aver ceduto la stella Kvaratskhelia, capace in pochi mesi di trascinare il Psg alla finale di Champions.

Questo risultato sportivo, due scudetti in tre anni, non è mai stato raggiunto nella storia del calcio italiano da nessuna squadra che non ci chiamasse Juventus, Inter o Milan, cioè al di fuori del triangolo delle squadre del Nord. Si tratterebbe dunque di un successo storico, l’ingresso definitivo nel Gotha del calcio italiano.

Piaccia o no, il Napoli di De Laurentiis è un fenomeno

Insomma, ci piaccia o no, il Napoli di De Laurentiis è un fenomeno. Può vincere con un allenatore o con un altro, purché ovviamente capaci.

Non sono gli uomini, i singoli eroi, a fare il successo sportivo, ma la programmazione e il lavoro di squadra. De Laurentiis aveva dunque ragione quando diceva di aver allestito una squadra competitiva, che avrebbe fatto divertire per anni il pubblico napoletano; nonostante tutte le chiacchiere, le polemiche, le mani messe davanti per non cadere. È una realtà del calcio italiano ormai consolidata: ogni anno il Napoli lotta per importanti obiettivi, a partire dallo scudetto, partecipa alle coppe europee, talvolta incanta per il suo gioco o per i suoi calciatori.

La professionalità, il rigore e la disciplina, l’attenzione ai conti, la testa sulle spalle, sono qualità essenziali al successo sportivo. E Napoli, che non in tutti i campi gode di queste stesse qualità, lo deve apprezzare.

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