Vocalelli: dal 1950 il Napoli sarebbe la prima squadra fuori dalle tre big a raggiungere questo storico traguardo. Ferlaino aveva Maradona, lui no

De Laurentiis è a un passo dal vincere due scudetti in tre anni con squadre completamente diverse (Gazzetta)
Alessandro Vocalelli sulla Gazzetta dello Sport scrive che Aurelio De Laurentiis è un passo da un record per il calcio italiano.
Scrive Vocalelli:
È a un passo da un record storico per il calcio italiano. Non stiamo parlando di un grande allenatore o di un campione. Ma di un presidente che tanto ha fatto parlare di sé, a volte per il suo carattere – diciamo così – esuberante, per le sue posizioni non sempre istituzionali, per quella punta di veleno che spesso ha accompagnato le sue parole. Resta il fatto, perché il curriculum non è invece discutibile, che Aurelio De Laurentiis è – come detto – a tre giornate da un primato assoluto nella storia dei campionati italiani. Nessuno ha infatti mai vinto – e un pizzico di scaramanzia ci sta benissimo – due scudetti nel giro di tre anni con un club fuori dal classico giro delle tre grandi: Juve, Inter e Milan. La possibilità di spezzare un’egemonia che si riflette in un altro dato più recente: negli ultimi 20 anni, infatti solo il Napoli ha già piazzato il suo nome nell’albo d’oro tra bianconeri, nerazzurri e rossoneri. Ma, come dicevamo, l’impresa che può riuscire a De Laurentiis è addirittura più complessa, con un respiro più profondo.
Perché vincere – non si dice così? – è possibile, ma ripetersi è molto, molto, più complicato. Al punto che, come dicevamo negli ultimi 75 anni, dal 1950 a oggi, dopo la tragedia di Superga, nessuno è riuscito a conquistare due scudetti nel giro di tre anni, al di fuori dei soliti noti.
Il Napoli di Ferlaino aveva Maradona, quello di De Laurentiis no
Mentre il Napoli di Ferlaino, dicevamo, si è affidato in entrambe le occasioni al genio di Maradona, quello che colpisce nel percorso del Napoli di questi tre anni è invece la sua capacità di rigenerarsi in condizioni completamente diverse e con protagonisti completamente diversi. A cominciare dall’allenatore: perché Spalletti ha vinto a Napoli l’unico scudetto della sua carriera, mentre Conte sta consolidando la sua fama di vincente, dopo aver conquistato il titolo con Juve e Inter. Puntando così a diventare il primo tecnico, a parte Capello che però si è visto cancellare i suoi trionfi juventini, con tre squadre diverse. Ma non solo allenatori diversi. Perché da due anni fa a questa parte è cambiato anche il direttore sportivo: da Giuntoli a Manna. E sono cambiati tantissimi protagonisti: da Kim a Buongiorno, da Zielinski a McTominay, da Kvara a Neres, da Osimhen a Lukaku.
Qui l’elogio di Luciano Moggi.