Il Napoli di Conte: quattro partite senza centravanti con l’area avversaria aggredita da ogni lato, martellando le caviglie senza badare all’estetica
Mazzocchi non è Hakimi ma è l’interprete più alto dello slogan di Conte «Amma’ fatica’»
Il Napoli è già di Conte, l’allenatore salentino ha raccolto i cocci creando delle schegge più che adattarli a vasi da arredamento vintage. Un’istantanea è la rissa sfiorata da Natan che si è trascinato dietro tutti i compagni, anche quelli della panchina. Non si indietreggia di un centimetro. Si sta sul pezzo dal primo all’ultimo minuto; dal primo all’ultimo calciatore in distinta. Emerge l’Anima, regna la concentrazione. Quattro partite con la porta inviolata, quattro partite senza centravanti ma con l’area avversaria aggredita da ogni lato, ripartendo in verticale, bucando il pressing avversario, martellando le caviglie senza badare, per principio, all’estetica.
Mazzocchi è il simbolo della sostanza
Mazzocchi da quinto è il simbolo della sostanza che non bada ai fronzoli. Siamo d’accordo, non è Hakimi ma è l’interprete più alto dello slogan del mister “Amma’ faticà”. Il Brest costituiva un’avversaria degna di rispetto data la sua partecipazione alla prossima Champions League, ma al confronto del nuovo Napoli sfigura , per Conte ed i suoi giocatori non esistono amichevoli né partite preparatorie: esiste solo la voglia di diventare presto un caterpillar che attraversa il campionato senza alcun timore reverenziale.
Il nuovo allenatore ha già mostrato quello che potrebbe essere il suo percorso in azzurro, entrando a gamba tesa nella testa della rosa e della società. Ora permettiamogli di completare l’opera con Lukaku lì davanti e accontentandolo con un trequarti ed un centrocampista. In fondo, lui è nato il 31 luglio 1969 , il giorno in cui l’uomo inviava la prima sonda su Marte ed una settimana dopo il primo sbarco sulla Luna. Il cielo nel destino, Brest a parte, calcio d’estate o meno, la via è indicata, ora serve solo attendere che la missione sia attrezzata a dovere.