La donna che ha acceso per prima i fari sul deputato Piero Fassino è una commessa di poco più di 30 anni. «Era dicembre 2023, prima di Natale, non ricordo bene il giorno. Ho visto il politico entrare nel nostro negozio e l’ho riconosciuto. Poco dopo, con mia sorpresa, ho visto che nascondeva uno Chanel Chance dentro al suo trolley. Ero a disagio ma l’ho avvicinato e gli ho chiesto se aveva bisogno di aiuto. Quella è stata la prima volta, poi sono arrivate le altre due».
Iniziano così le sommarie informazioni messe a verbale davanti alla polizia di frontiera che ha sentito la dipendente del Duty Free di Fiumicino per il caso del profumo portato via il 15 aprile scorso.
L’ultima volta Fassino è stato identificato
A Natale scorso Fassino rispose: «Sto andando a pagare, mi indica le casse?». L’ex ministro di Giustizia, torinese, subito dopo andò via. «Ma quell’episodio è stato segnalato, tanto che il 27 marzo quando l’ho visto entrare di nuovo da noi ho pensato “Vuoi vedere che succede di nuovo?”.
La guardia giurata non lo fermò perché non riuscì a raggiungerlo in tempo. Lo stesso vigilantes è intervenuto il 15 aprile, l’unico episodio che finisce in denuncia. «Abbiamo chiamato la polizia e gli investigatori lo hanno identificato. Non ci ha detto nulla. Non ha reagito con frasi come “Lei non sa chi sono io”, ha solo tentato di pagare», ha ricostruito la guardia giurata.
A Effe: «Da bambina, avevo un fortissimo legame con mia madre, al punto che non l’avrei mai lasciata: temevo le potesse capitare qualcosa se stavo via per troppo tempo»
A U: «Volevo essere un calciatore in effetti. Ammiravo moltissimo Jimmy Briand, un attaccante francese. In Francia c’è una rivista di calcio, Onze Mondial, che ha dei poster fantastici»
Gli stadi semivuoti per i concerti si riempiono con biglietti gratuiti, ad un euro, 10 euro, invitando i dipendenti di banche, assicurazioni. Il leader dei Tiromancino Federico Zampaglione lo ha descritto in un post Fb
A Effe racconta di suo marito Billy Costacurta e del figlio Achille: «Li abbiamo messi al mondo, ma li dobbiamo lasciare andare, altrimenti non affronteranno mai la vita, nel bene e nel male».
A Vanity Fair: «Nel 2010 ho condotto Sanremo da sola perché nessuno voleva farlo con me. Mi sono detta: “Se lo devo fare, mi prendo tutta la responsabilità”».
A Vanity Fair: « Il bene che voglio a Renzo Arbore è un rapporto d’amore: un amore diverso, ma amore. Ogni tanto ancora oggi gli chiedo: “Ma perché ci siamo lasciati noi?”».