Conte sarà un fortunale per tutti: ambiente, società e giocatori. Porterà l’ossessione per la vittoria
L'auspicio è che riesca ad entrare con la propria mentalità e la propria cultura del lavoro in una squadra che ha sempre lavorato diversamente
Db Milano 12/05/2021 - campionato di calcio serie A / Inter-Roma / foto Daniele Buffa/Image Sport
nella foto: Antonio Conte
La Triade Antonio Conte, Giovanni Manna e Gabriele Oriali “relega” il presidente De Laurentiis al proprio ruolo. De Laurentiis è stato scottato da un’annata amarissima che si aspettava decisamente più dolce. L’augurio è che nel tempo la nuova “triade” diventi temuta e vincente, come quella di Moggi, Giraudo e Bettega. Senza Calciopoli, ça va sans dire.
Non è un’invasione dei lanzichenecchi, ma il corposo investimento su figure pesanti e pensanti rappresenta una discontinuità marcata nel ventennio a trazione Filmauro. De Laurentiis non sarà più l’unico frontman societario, non può più esserlo. L’ultima annata ne ha la fiaccato verve, e ne ha diminuito la credibilità dialettica in tutte le materie che ha toccato: squadra, tecnici presenti e passati, stadio, centro sportivo e mercato. Sarà importante che tutti in società parlino la stessa lingua, che abbiano unità d’intenti per ottenere obiettivi e riconoscimenti, di cui entrambe le parti sono affamate.
Con l’arrivo di Conte finisce, dopo undici anni con due coppe Italia (l’altra appartiene al primo Mazzarri), una supercoppa ed uno scudetto, l’epoca dell’internazionalizzazione. Aggettivazione vetusta, invero pomposa ed anche un po’ vuota. Iniziata con Benitez, alimentata da Sarri, nobilitata da Carlo Ancelotti ed infine sublimata da Luciano Spalletti.
Conte uomo dalla militaresca disciplina
Conte sarà un fortunale per tutti. Ambiente, società e giocatori. Il Napoli con lui cambierà radicalmente. Andrà a completare il proprio dna con il pezzo mancante: l’ossessione per la vittoria. Ossessione figlia di un allenatore dal fortissimo impatto emotivo, dalla forte personalità e dalla militaresca disciplina. Non si tornerà indietro facilmente. Non ci sono intenzioni negative. Ma il Napoli e Conte sono due anime che si incontrano, consapevoli di potersi regalare gioia ma anche sofferenza, entrambi consapevoli, che insieme, in questo particolare pezzo della propria vita, hanno reciprocamente bisogno l’uno dell’altro.
Certamente le clausole d’uscita poste da entrambi i contraenti, all’interno del contratto, sono una ciambella di salvataggio per tutti. Conte a determinate condizioni difficilmente sbaglia. De Laurentiis deve essere prudentemente ambizioso. Nella Prussia di inizio ottocento Bismarck chiamava “Realpolitik”.
L’auspicio è che Conte riesca ad entrare con la propria mentalità e la propria cultura del lavoro, in una squadra che ha sempre lavorato diversamente, e che negli ultimi undici anni ha prediletto un tipo di calcio e di mentalità agli antipodi del tecnico salentino. Saranno fondamentali le figure mediane che lo accompagneranno in questa nuova avventura. Sia Manna, disimpegnatosi dalla sessione dei trasferimenti, che Oriali avranno il compito di ricostruire uno spogliatoio desertificato da autorevolezza e dal diritto di abitarlo. L’impropria presenza di Giuffredi ha creato tantissimi malumori nel gruppo squadra, straniante l’apporto del club manager Antonio Sinicropi. Il solo Mauro Meluso ha portato a termine con enorme dignità un compito ingrato, svuotato sin da subito di potere ed autonomia, mettendo voce e faccia nei momenti peggiori della stagione.
Non tanto la partenza di Spalletti, non quella di Giuntoli, ma la mancata sostituzione, agli occhi del gruppo squadra di figure mediane credibili, affidabili e terze, ha condotto dal primo al decimo posto in una sola stagione. A Conte, a Manna ed Oriali il difficile compito di riportare il Napoli nella posizione che lo scorso anno ha occupato per trentaquattro giornate. Per farlo sarà necessaria tanta pazienza e tanta abnegazione. L’opportunità di poter ripartire sfruttando la settimana tipo per un intero anno, mondando d’umiltà nei turni agostani di coppa Italia sono un’opportunità unica per potersi rigenerare. Per tornare ad essere una squadra temibile.
di Massimiliano Gallo - La legge del campo è diversa. Luciano ne ha commessi di errori, non conosceva il detto “morto il re, viva il re”. Chi si sobbarca la fatica di raggiungere il Maradona, sa separare il grano dal loglio
di Alfonso Fasano - I tanti infortuni. Successe anche quando Mertens diventò falso nueve. «Non è la specie più forte quella che sopravvive, né la più intelligente. Sopravvive la specie più reattiva ai cambiamenti»
I dieci piccoli centrocampisti del Napoli: in 40 giorni Conte ne ha persi quattro. Prima De Bruyne, poi Anguissa, poi Gilmour e Lobotka. È sopravvissuto solo McTominay, più Elmas e Vergara
di Armando De Martino - Le storie felici che terminano non pretendono vendette. Restano nel passato. L’unica virtù che non passa mai di moda è l’indifferenza, quella distanza elegante che dice “è stato bello, ma adesso basta.”
di Giuseppe Manzo - Il Napoli ai quarti di Coppa Italia dopo quattro anni, le seconde e terze linee hanno tenuto bene il campo e Vergara è stato il migliore con assist per il gol di Lucca
di Massimiliano Gallo - Una storia e una vita romana. Lo immaginiamo da lassù sorridere riferendosi a Sinner: “Hai rosicato per quello che ho detto eh?”
De Laurentiis tiene in modo particolare all'appuntamento arabo, per ragioni di espansione del marchio Calcio Napoli. Stavolta, anche in caso di eliminazione, non ci sarebbero le grottesche critiche dello scorso anno
di Espedito - Il futuro del Calcio Napoli non dipenderà solo dalla capacità di vincere, ma dalla capacità di governare la complessità della crescita con metodo, trasparenza e coraggio.
di Mario Piccirillo - La Ferrari è un marchio di rilevanza sociale per l'Italia, mica è la Juve che può rovinare a piacimento. Se proprio ci tiene, cambi nome: mandi le "Elkann" a farsi sverniciare dalle Sauber
di Massimiliano Gallo - Da novello dottor Marsala (personaggio di Alto Gradimento) a possibile nuovo eroe del sindacato: cosa accade quando vengono stravolti i pilastri delle narrazioni
di Antonio Pironti - Finta di aprire il campo, invece ritorna su suoi passi e scatta per aggredire Cristante dritto per dritto. L'altro colpo di classe è Lobotka che gli lascia subito il pallone
di Cesare Gridelli e Guido Trombetti - Chi prevedeva 20 gol da Hojlund, sognava. Ma è dura fare il centravanti con Conte. Domenica sera c'è la Juventus, dare un pacchero a Spalletti sarebbe una grande gioia