A Sky Sports: «Se potessi, lavorerei anche domani. Ma non voglio commettere l’errore di prendere la decisione sbagliata. Aspetto la chiamata giusta»

A Jeddah, tra i numerosi spettatori “vip” del gran premio di Formula 1 c’è anche José Mourinho. L’ex allenatore della Roma ha rilasciato alcune dichiarazioni a Sky Sports (inglese) parlando di futuro e della Roma.
Mourinho: «Con la Roma due finali in una società che non ne ha disputate tante»
«Vorrei lavorare già domani, se fosse possibile. Ma al tempo stesso non voglio commettere l’errore di prendere la decisione sbagliata».
Sul lavoro fatto a Roma
«Abbiamo fatto grandi cose, conquistando due finali in una società che non ne ha disputate molte nella sua storia. Non è stato semplice. Ora attendo la chiamata giusta».
In queste settimane, Mourinho è stato accostato a diversi club, tra cui il Barcellona
Quando Deco parlò di “cambio di paradigma” (prima della smentita) intendeva una cosa e una soltanto: José Mourinho allenatore del Barcellona. Secondo il quotidiano Abc è lui il primo candidato a subentrare quando Xavi lascerà a fine stagione. Una rivoluzione filosofica. Frutto di un lavoro sotto banco della “fronda” portoghese, il tandem Deco-Mendes.
Mourinho è appunto rappresentato da Jorge Mendes, “ed è un caro amico del cognato di Laporta, Alejandro Echevarría, e il favorito di Deco”. Ci sarebbe anche il tecnico tedesco Hansi Flick in predicato. Ma c’è Mou in pole.
“Per avere indizi – scrive il giornale – su chi sarà il prossimo sulla panchina del Montjuic bisogna prestare attenzione ai movimenti dei fidati dirigenti con cui Laporta organizza quasi tutti i suoi acquisti. André Cury, Zahavi e ovviamente Jorge Mendes. Cury è attualmente troppo impegnato a cercare un altro giovane brasiliano da piazzare a peso d’oro, anche se è difficile per lui superare le monumentali lusinghe di Vítor Roque. La lotta tra Zahavi e Mendes per fare affari si sta spostando a favore del clan portoghese”.
“Mou rappresenterebbe un emendamento a tutto il presunto Dna del Barça, se questo esiste ancora. Anche una certa umiliazione per Laporta, che in passato aveva affermato che se al mondo fosse rimasto un solo allenatore e fosse stato Don José, il Barça sarebbe avrebbe giocato senza allenatore. Ma allo stesso tempo, il Barcellona priverebbe il Real Madrid di un’icona, non dovrebbe pagare una cifra eccessiva – come dovrebbe fare per Pep, Touchel o Klopp – e Mourinho accetterebbe la sfida di sfruttare la rosa attuale, consapevole che il club non può permettersi troppe spese. La sua amicizia con Echevarría è fondamentale affinché l’operazione possa andare a buon fine, perché il cognato è quello intelligente della famiglia e quello che calcola ogni passo che Laporta deve compiere”