A “Repubblica”: «I campionati si rigiocano da due stagioni, anche se la gente, al suono delle sirene, va sottoterra nei bunker»

Shevchenko, nuovo presidente della Federcalcio ucraina, ha rilasciato un’intervista a “Repubblica”, dove parla della difficile situazione che il calcio sta vivendo nel suo Paese.
Lei era allenatore, alla Nazionale e poi al Genoa.
«Dall’inizio della guerra, nel febbraio 2022, non l’ho più fatto. Sono stato molte volte in Ucraina e mi sono reso conto ancora di più che il calcio, e lo sport in generale, hanno un’influenza davvero grande nella vita delle persone, possono dare sollievo e rasserenare: sono un recupero post-traumatico, la guerra è un grandissimo trauma».
È il momento peggiore della storia dell’Ucraina.
«Ognuno deve assumersi la propria sfida. La mia la spiego nel programma in 9 punti, con massima trasparenza di bilancio».
Può riassumere?
«Dico i 3 imprescindibili. Mantenere il calcio in Ucraina. I campionati si rigiocano da due stagioni, anche se la gente, al suono delle sirene, va sottoterra nei bunker. Digitalizzazione: per capire quanti giovani sono usciti dall’Ucraina per via della guerra, per non disperdere i talenti, serve un monitoraggio come in Croazia negli anni Novanta. Ci aiuta l’innovazione digitale: si vede dove ci sono i giocatori e si organizzano meglio i tornei. E poi c’è la preparazione della Nazionale per i play-off dell’Europeo, della Femminile che sta crescendo, di quella di Futsal che va al Mondiale. E della rappresentativa olimpica, qualificata per la prima volta».
Partecipare è già una vittoria?
«Rendere la squadra competitiva è già una vittoria. Decidere se andare a Parigi o no non spetta a noi, ma al governo e al comitato olimpico. Noi dobbiamo fare in modo che le squadre siano pronte. Non è semplice: i giocatori non possono uscire dal Paese, ogni volta devono avere i permessi, e i club devono concederli».
Shevchenko e la federazione: no alla Russia
Il no alla riapertura alla Russia, caldeggiata dal presidente Uefa Ceferin?
«Come Federazione non la riteniamo giusta, abbiamo scritto a Nyon. Non possiamo cambiare la realtà, ma dobbiamo dare la possibilità ai nostri bambini di allenarsi, incoraggiare i ragazzi a tornare a giocare per la Nazionale. Io invito qui Aleksander e i membri del Comitato esecutivo Uefa, a vedere coi loro occhi, a constatare che oltre 250 campi di calcio sono stati azzerati: 4 giorni fa un missile ha distrutto lo stadio, ricostruito nel 2022, della scuola calcio Lokomotiv nel centro di Kiev».
Shevchenko, quanto l’ha cambiata la guerra?
«La scala dei valori non è più la stessa per me. Certe cose che prima ritenevo importanti lo sono meno, adesso che vedo ogni giorno la gente rischiare la vita. In cima metto la mia famiglia e il futuro dell’Ucraina».