Il primo maestro di Sinner: «Prima poteva solo spaccare gli avversari, adesso è più completo»
Massimo Sartori a Radio anch'io sport: "Ha un fisico per tutti gli sport e lo sci aiuta. È quello che programma meglio la stagione. "

Italy's Jannik Sinner celebrates after winning the semi-final match against Russia's Daniil Medvedev at the ATP Finals tennis tournament in Turin on November 18, 2023. (Photo by Tiziana FABI / AFP)
“Aveva 13 anni. C’era il torneo di Ortisei. Ci ha giocato prima Seppi, poi io. Era molto armonioso e colpiva la palla con facilità. Aveva un bel rovescio che va da solo, il dritto meno ma serviva con i piedi uniti come Monfils”. Massimo Sartori è stato il primo “vero” maestro di Jannik Sinner, quello a cui l’altoatesino si è affidato a 13 anni, e che poi ha cresciuto fino a Riccardo Piatti. Fino alla finale delle Finals. Sartori parla di Sinner a Radio Anch’io Sport su Radio 1: “Il suo fisico è modellato per fare qualsiasi sport, sugli sci era veramente forte. Nel tennis ha una ampiezza incredibile, arriva con due passi alle linee laterali. Sarebbe riuscito anche nello sci, ma il tennis gli appartiene di più. Poteva fare qualsiasi sport. Io ho avuto la fortuna di avere anche Seppi, anche lui un ottimo sciatore, e Karin Knapp che nello sci era tra le più forti in Italia. E’ evidentemente uno sport che aiuta…”.
Per Sartori il vero salto di qualità di Sinner è stato tattico e gestionale: “Ha fatto ordine nel suo tennis, si è dimostrato quello più preparato di tutti per giocare tutto l’anno molto bene. L’aveva organizzata molto bene questa stagione incredibile. Il cambiamento da Sartori a Cahill e Vagnozzi l’ha voluto Jannik, scelte che lui prende con coraggio. Il lavoro di Piatti è stato quello più importante, ha creato qualcosa con cui si poteva lavorare al meglio. La filosofia di prima era che dovesse giocare un tennis oltre ritmo per spaccare gli avversari. Ancora adesso è il suo vero modo di portare a casa le partite. Se abbassi il ritmo sei morto. Con il cambio, invece, Vagnozzi sta lavorando per un miglioramento sottile e sfumato che si è visto abbastanza bene, anche quando serve a uscire. Cahill sta portando sicurezza al progetto, l’ha già fatto con altri. Si sta creando una forza che non ha dubbi, anche con qualche sconfitta”.
“Penso che Jannik abbia fatto un salto di qualità tecnico e fisico riuscendo a giocare partite intense per tanto tempo. Sono i primi segnali che sia pronto a giocare partite lunghe con i primi al mondo, e quindi per poter provare a vincere uno Slam. La pericolosità di Djokovic è quando va avanti nei tornei, quest’anno all’inizio non giocava bene e poi migliorava. Ieri ha fatto una gran partita dalla parte del dritto di Jannik, era nel momento di forma migliore. Aveva la tensione giusta per giocare la partita, Jannik ha pagato la prima finale così importante della sua carriera ed aveva più tensione”.