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Basta con la nostalgia spallettiana

Undici mesi di felicità. Non si rinnega nulla. L’importante, però, è che il ricordo non sia un’ancora per il futuro

Basta con la nostalgia spallettiana
Db Roma 30/08/2009 - campionato di calcio serie A / Roma-Juventus / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Luciano Spalletti

Basta con la nostalgia spallettiana

E se alla fine fossimo solo, erroneamente, abituati all’eccezionalità? L’ultimo anno di Luciano Spalletti è stata un’estate lunga undici mesi. Undici mesi di felicità, undici mesi di gioia, undici mesi di feste e flirt in riva al mare, di pomiciate insperate e pali clamorosi. Finisce tutto. Non si rinnega nulla. L’importante è che il ricordo non sia un’ancora per il futuro. Futuro che ti potrà donare anche una bruttina stagionata con la quale convolare a nozze.

L’estate spallettiana si è esaurita in una piovosa serata tedesca, dopo un primo tempo agonico, nel quale il Napoli non tira una volta verso la porta dell’Union Berlino. Per i feticisti dello spettacolo, quarantacinque minuti di dentista. Per i guardiolisti un obbrobrio.

Una serata da corto muso per i passatisti. Tanta nostalgia, o meglio, tanta “ostalgie” calcistica, proprio nella ex Ddr. Chissà come sarebbe andata a finire se ci fossero stati in tribuna il segretario del partito Erich Honecker, ed il mitologico Erich Mielke, capo della Stasi.

Risultato omologato dai basettoni di Kvara, dall’ingresso di Ostigard a far legna davanti alla difesa al posto proprio del migliore in campo, e dalla pioggia. Insomma mancava solo una panchina con il grigio Massimo Giacomini (Garcia almeno a Giacomini si fa preferire) e l’indimenticabile Pasquale Fiore con i baffi a manubrio.

Diverse le note liete per la serata di ieri. In Champions, soprattuto fuori casa, le vittorie hanno un sapore diverso. Ancor più gustose se arrivate con sofferenza. Natan non avrà cantato “Garota da Ipanema” appena arrivato, ci ha messo un po’ per uscire dal proprio guscio, ma ieri sera ha portato finalmente elementi necessari (freschezza e garra) in una linea a 4 efficace, ma poco incline a sovrastare e intimidire fisicamente l’avversario.

Felice finalmente la posizione di Raspadori, dopo aver zingareggiato nelle varie zone del campo ha finalmente dimostrato a Garcia la propria collocazione tattica. Questo su suggerimento di Spalletti.

Tra quindici giorni sarà importante bissare il successo con i berlinesi, tifare Real e poi portare a casa un punto nelle ultime due per approdare agli ottavi. Tenendo la rotta verso il vero obiettivo societario: il Mondiale per club, ma li bisognerà inventarsi qualcos’altro. Il corto muso poi non sempre funziona.

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