Se il Napoli è Manuale d’amore, quella telefonata disperata è di De Laurentiis a Spalletti?
Adl ha paragonato il Napoli di Garcia al suo vecchio film, speriamo non per quella scena. Il Napoli quest'anno sembra tutto un potrei ma non voglio
Sarà stato un lapsus freudiano quello di Aurelio De Laurentiis quando ha paragonato Rudi Garcia al suo vecchio film Manuale d’amore. Pellicola divisa in quattro episodi, come dovrebbero essere, almeno secondo il regista, le tappe dell’amore: innamoramento, crisi, tradimento, abbandono.
L’episodio dell’abbandono contiene una delle gag più divertenti del cinema italiano: un Carlo Verdone lasciato dalla moglie, distrutto dal dolore, decide per una disperato tentativo di riconciliazione telefonica in piena notte, sbaglia numero di telefono, venendo poi coperto di contumelie dall’interlocutore.
Ricordando quest’episodio non siamo riusciti a non immaginare un Aurelio De Laurentiis nei panni di Verdone che tenta, nell’immediato post scudetto, un disperato tentativo di riconciliazione con Spalletti, ma sbaglia numero di telefono, contattando Rudi Garcia, con tutto ciò che ne consegue.
L’escamotage narrativo, ed il tono istituzionale del presidente, convincono sempre di più che la stagione attuale del Napoli sia nata in maniera approssimativa.
Quanto “comunicato” dalla società alla squadra, per la scelta degli uomini chiamati a sostituire gli architetti dello scudetto, è esaustivo circa il respiro della stagione attuale.
La verità è semplice: questo Napoli, questi uomini erano in grado di esprimersi sui livelli che abbiamo visto esclusivamente con Spalletti, capace di toccare le giuste corde per consentire a tutti di sentirsi importanti, fornendo prestazioni di altissimo livello sempre.
La genesi alla stagione, imposta da De Laurentiis, è di tenore più cupo e meno aperto al futuro. Sembra tutto un potrei ma non voglio. Si insegue il Mondiale per Club, ma si affida ad una riserva il ruolo di titolare di Kim, aspettando che Natan finisca l’apprendistato. L’ingombrante contratto di Osimhen diventerà un’appassionante telenovela, ma al momento pare sia finito nello stesso cassetto del contratto di Rino Gattuso. La forzata valorizzazione di Raspadori, il cui ruolo è stato definito da Spalletti in Nazionale, deve avvenire in tutti i ruoli del campo, escluso quello naturale. Simeone non dimentichiamolo. Elmas come “tertium”, in un centrocampo con gli uomini contatissimi.
Probabilmente Garcia benedirà fino ad un certo punto l’improvvisa chiamata notturna di De Laurentiis. Poi diventerà l’ennesimo capitolo della vita di un presidente abbandonato da tutti.
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di Massimiliano Gallo - Ha speso 40 milioni per Lucca, altrimenti si sarebbe tenuto Simeone e Raspadori. Spenderebbe per Pio Esposito, ma non per tutti. Hojlund va benissimo ma anche Pinamonti
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di Massimiliano Gallo - Tranne De Bruyne, i nuovi non sono superiori ai titolari. Serviva qualcuno che lo dicesse, anche se non tutti hanno gradito. Il Napoli ha fatto sforzi notevoli, nei limiti del fatturato
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di Guido Trombetti - Se ne va un atipico che ha dato un signor contributo sotto porta. Ora serve una punta con tasso tecnico e con gol nei piedi (ne servono 15-20 gol in più rispetto all'anno scorso)
di Giuseppe Manzo - Sarà quel 20% a definire il quadro tattico di questo secondo step dell’era Conte. Sarà ovviamente un Napoli flessibile come lo scorso anno
di Venio Vanni - La storia si scrive ogni anno. Bisognerà trovare i gol anche stavolta. Sulla carta il Napoli è nettamente più forte ma le criticità non mancano (a voler vederle)
di Massimiliano Gallo - Una solida campagna acquisti. Rosa molto più profonda. Ma in campo si va in undici ed è sugli undici che si giudica la forza di una squadra e va trovato l’equilibrio (e lui lo sta cercando). L’utopia della squadra intercambiabile