Cavendish: «La depressione può colpire chiunque, ma la gente deve sapere che c’è sempre un modo per risalire»
Al Times: «Ho sempre pensato che la depressione fosse un alibi, non capivo la sofferenza delle persone. Ma siamo tutti esseri umani».

Astana Qazaqstan Team's British rider Mark Cavendish receives medical attention after suffering a crash during the 8th stage of the 110th edition of the Tour de France cycling race, 201 km between Libourne and Limoges, in central western France, on July 8, 2023. Mark Cavendish crashed out of the Tour de France on June 8, 2023 after a fall 140km into stage eight left the star British cyclist with what appeared to be a broken collarbone. Thomas SAMSON / AFP
Mark Cavendish parla al Times del nuovo documentario dedicato alla sua vita che andrà in onda su Netflix e in cui si raccontano la sua depressione e i pensieri autolesionisti. Tra il 2018 e il 2019, Cavendish è stato travolto da un terribile isolamento che lo ha portato ad allontanarsi non solo dal ciclismo ma anche dalla vita stessa. Ne parla:
«La solitudine in cui ti trovi porta a tutti i tipi di pensieri. È importante che le persone sappiano che non sono sole. Potresti non vedere la gente soffrire, potrebbe non essere evidente, ma non sei solo. Vale sempre la pena parlare di queste cose prima di ogni altra cosa…».
Cavendish continua:
«Non voglio stare qui a dire che mi dispiace per me stesso. Non è così. Ho il privilegio di avere avuto la vita che ho avuto. Tutto quello che volevo da questo film è mostrare che la depressione può colpire chiunque nel mondo».
Certo, Cavendish avrebbe preferito non soffrire, ma dice di aver imparato molte cose.
«Avrei preferito non soffrire mai? Certo, ma ora sono felice di poterlo capire. E se il mio documentario può aiutare gli altri a capire… Che cosa ha imparato? Che c’è una scala in mezzo a quella spirale verso il basso e che puoi salirla e ricominciare. Non importa dove ti trovi, l’importante è mantenere quella speranza, avere brave persone intorno a te, come mostra il film. Non ho mai creduto nella depressione, pensavo fosse una scusa, qualcosa da cui potevi scappare. Quando le persone intorno a me dicevano di soffrire non capivo come fosse possibile. Non importa dove ti trovi nella tua vita, cosa fai, da che background vieni, cosa fai di professione, siamo tutti esseri umani. L’ironia è che ti senti così solo quando soffri ma in realtà tutti sono seduti lì sentendoti solo e se parli saresti sorpreso di quanto hai in comune con loro».
Cavendish parla del ciclismo, di cosa ha imparato.
«Impari ciò che è importante. Vincere le gare in bicicletta è il mio lavoro. Lo adoro. Sono fortunato a fare un lavoro che è la mia passione, incredibilmente fortunato, ma è un lavoro. Il mio scopo, però, è essere marito e padre più di ogni altra cosa. Nella mia vita ora, guardo molto di più alle cose positive e capisco cosa è fondamentalmente importante. E’ un bel posto dove stare».
Mark Cavendish: Never Enough sarà disponibile su Netflix dal 2 agosto.