Ha battuto ai quarti Rune: “guardarlo è come aprire la confezione dell’ultimo iPhone, qualcosa di perfettamente preconfigurato, curato alla massima perfezione”

Ieri a Wimbledon è andato in scena uno dei quarti di finale più atteso, quello tra Alcaraz e Rune. Uno spettacolo di colpi che ha mostrato, ancora una volta, la superiorità dello spagnolo. Quasi impossibile da fermare il 20enne di El Palmar che, dopo Berrettini, si sbarazza di Rune e va in semifinale.
Dell’incontro ne ha scritto Barney Ronay sul Guardian:
“Queste due settimane di Wimbledon sono sembrate un po’ come un grandioso funerale vichingo. La sensazione dei grandi che passano, delle partite storiche, delle stelle che cadono: tutto questo è, a suo modo, tipico di Wimbledon. Ma il sole sorge anche in Inghilterra, e mercoledì pomeriggio c’è stata un’elettrizzante sensazione di visione dal futuro guardando Carlos Alcaraz e Holger Rune“.
I due a 13 anni erano partner di doppio. Prima del match, su internet circolavano dei video delle loro giovanissime esperienze con la racchetta in mano. Ieri si incontravano per la prima volta ai quarti di finale del torneo inglese due giocatori di età inferiore ai 21 anni. Eppure nessuno dei due sembrava peccare d’esperienza, anzi.
“Alcaraz in particolare è già un fenomeno. Numero 1 al mondo quando era ancora un adolescente: questa è roba strabiliante. È qualcosa di incredibilmente unico, al punto che guardarlo progredire attraverso ogni torneo del Grande Slam è come aprire la confezione dell’ultimo iPhone, qualcosa di perfettamente preconfigurato, curato alla massima perfezione. Alcaraz è un giocatore postmoderno con un gioco duttile, a tutto campo: mobilità, potenza, angoli”.
Elogi anche per Rune che sul 6-5 ha tirato fuori una serie di colpi uno più sorprendente dell’altro. Niente da fare però per il danese, in semifinale ci va, neanche a dirlo, Alcaraz:
“In un lontano passato gli adolescenti del tennis arrivavano a questa fase informi, grezzi e assolutamente vulnerabili. Alcaraz va oltre queste cose, è un giocatore che è innatamente consapevole delle sue capacità. Troppo spesso quei tennisti adolescenti erano consumati dalla luce e dal caldo. Alcaraz è la luce. Lui ha un atletismo totale, è a un livello sorprendente“.