Rune: «Viva il tennis della varietà, sai che noia se fossimo tutti uguali»
"La federazione danese non mi ha aiutato, ho fatto tutto da solo. Le gente mi fischia? Aspetterò che finiscano"

Denmark's Holger Rune reacts during the Monte-Carlo ATP Masters Series tournament semi-final tennis match against Italy's Jannik Sinner in Monte Carlo, on April 15, 2023. (Photo by Valery HACHE / AFP)
Holger Rune non è cattivo. E’ che lo disegnano così… gli arbitri. O almeno lui così dice. La gente ha capito che in campo è fumantino e non perde occasione per beccarlo. Lui risponde, e si va avanti per un po’. E’ il nuovo “big” assieme ad Alcaraz, aspettando Sinner. E dice, intervistato dal Telegraph, che c’è un equilibrio in tutto questo: “Perché le persone mi vedono in modi diversi, il che va bene, lo rispetto. Ognuno è diverso in campo, ognuno gioca in modo diverso e penso che questo faccia parte del gioco. Penso che se tutti fossero uguali, sarebbe anche un po’ noioso. Quindi, mi piace la varietà“.
Rune è l’unico tennista danese tra i primi 400 della classifica Atp e solo altri quattro sono tra i primi 1000. Dice che la federazione nazionale non lo ha aiutato. “Abbiamo dovuto farlo da soli. Non avevamo una federazione dietro. Ma è anche ciò che rende essere qui più ammirevole ed eccitante perché so da dove vengo ed è solo un sacco di duro lavoro e dedizione ogni giorno”.
Sebbene sia arrivato rapidamente tra i primi 10, la traiettoria di Rune è stata costante. E’ stato numero 1 junior, e cinque Challenger tra il 2021 e il 2022. Poi è esploso. Ha raggiunto le finali a Monte Carlo e Roma, perdendo da Rublev e Medvedev. Ha battuto quattro dei primi 10 giocatori del mondo in quei due tornei, incluso il numero 1 del mondo Djokovic, e ha anche vinto un Atp 250 a Monaco dopo aver salvato quattro match point contro van de Zandschulp in finale.
“Sento che in questi giorni ogni giocatore è super potente dalla linea di fondo e ci rimane molto. E sento che mescolare il gioco è una cosa molto efficace. Certo non è facile. È un duro lavoro. Se smetti di fare il duro lavoro, sei finito, boom. E devi essere in grado di mantenere il tuo alto livello ogni volta che scendi in campo”.
E se la gente lo fischia? “Potrei fare un pisolino. Aspetterò solo che finiscano. Ovviamente possono fare quello che vogliono ma non credo sia carino per il pubblico ritardare una partita di 10 minuti. Non mi interessa, sono lì solo per giocare la partita di tennis”.